
Migliorano i conti della Juve. Lo fanno grazie allo Juventus Stadium, certo, ma per quanto si possa riconoscere al club bianconero di essere il primo in Italia a impostare una politica di business di stampo europeo (con lo stadio di proprietà spinge gli introiti legati alle attività nelle giornate delle partite, come avviene per i club inglesi), non può sfuggire quanto la partecipazione alla Champions League resti determinante.Il 2012/2013 della Vecchia Signora è andato in archivio con una perdita di 15,9 milioni, in netto miglioramento (+67%) rispetto al rosso di 48,6 milioni dell’ultimo conto economico. I ricavi sono balzati del 32,8% a quota 283,8 milioni, una performance migliore rispetto a quella dei costi operativi (+10% a 227,1 milioni) che ha permesso di migliorare i margini. I “ricavi da gare” sono cresciuti di oltre 6 milioni, a quota 38, ma a spingere il fatturato è stata proprio la voce “Champions League”, che ha portato 65,3 milioni sui 70 di ricavi aggiuntivi rispetto al 2011/2012.La Juve ha potuto sfruttare la partecipazione alla Coppa e – paradossalmente – l’assottigliarsi della truppa italiana nelle fasi avanzate della massima competizione europea: ha spartito il bottino dei diritti televisivi Uefa con il solo Milan (eliminato agli ottavi dal Barcellona, mentre i bianconeri sono ai quarti usciti con i campioni del Bayern Monaco) e ha incassato appunto 65,3 milioni, più di Bayern e Borussia, che pure sono arrivate a giocarsi la finale.
Quanto agli altri elementi salienti del bilancio annuale, spicca l’incremento dell’indebitamento finanziario netto, che passa da 127,7 a 160,3 milioni nel raffronto tra gli ultimi due esercizi (+25,5%). L’aumento, spiega il club, è “determinato dagli esborsi legati alle campagne trasferimenti (-63,2 milioni netti)”. Pesano poi gli anticipi versati al Comune di Torino (9,5 milioni) per sviluppare il progetto immobiliare “Continassa”.Dal cda è emerso anche il saldo completo dell’ultima campagna di mercato, quella che ha portato a Torino – tra gli altri – Tevez e Llorente ed è avventua dopo la chisura del bilancio 2012/2013. Il capitale investito è aumentato di 38,1 milioni, frutto di 65,4 milioni di acquisti e 27,3 di cessioni (con plusvalenze di 13,1 milioni). L’impegno finanziario, considerando i pagamenti dilazionati, è di poco meno di 25 milioni: -11,6 nell’esercizio in corso, -10,5 nel prossimo, -4.5 nel 2015/2016, +1,9 nel 2016/2017 e -300mila euro nel 2017/2018. Pesa ancora un errore di mercato del passato: è stato svalutato il valore residuo dei diritti relativi a Felipe Melo per 3,2 milioni.