Il logo dei Mondiali Qatar 2022Pensare ai giocatori delle nazionali boccheggianti, che faticano a terminare le gare per il clima torrido con sensibili influssi sulla qualità del gioco espresso, fa tornare alla memoria le immagini dolci e amare di Usa ’94, quando l’Italia si arrese al Brasile dal dischetto in una finale resa storica dalle lacrime di capitan Baresi.

Eppure nel 2022, quando la competizione più ambita dagli sportivi pallonari si disputerà in Qatar, la situazione potrebbe essere ancora peggiore. Mentre si dibatte sulle condizioni di lavoro degli operai che stanno preparando le strutture sportive, con tanto di scandali sul loro trattamento al di sotto di ogni dignità, già si profila una nuova battaglia tra la Fifa, le Leghe nazionali e i detentori dei diritti televisivi. I dirigenti della Federazione vorrebbero infatti spostare il Campionato in inverno, per sfuggire alla canicola. Tanto per intendersi, in Qatar (dove si stanno spendendo 200 miliardi in infrastrutture – dai treni alle metropolitane –, dei quali 9 sono dedicati agli stadi) promettono di abbassare la temperatura all’interno delle arene a 50 gradi grazie a complessi sistemi di refrigerazione. Non proprio fresco, comunque.

“Se la comunità internazionale del calcio raggiunge un accordo per spostare l’evento a una data alternativa, siamo in grado di rispettare questo cambiamento”, hanno dichiarato dalla Commissione Suprema per Qatar 2022. “Ciò non pregiudicherebbe la nostra pianificazione e preparazione. Il nostro impegno per installare tecnologie di raffreddamento continuerà, perché senza di queste ad alcune parti del mondo sarà sempre impedito di ospitare simili eventi”.

Ma la cosa non è affatto facile. Innanzitutto si lamentano i club. A rappresentarli è Karl-Heinz Rumenigge, che spiega come il 75% dei giocatori presenti ai Mondiali sia sotto contratto con squadre europee ed è bene che queste siano sempre interpellate nel processo decisionale: “Dobbiamo sederci intorno a un tavolo e decidere”.

Per i presidenti delle Federazioni inglese e americana, spostare il Campionato in inverno potrebbe danneggiare lo svolgimento di quattro campionati nazionali. Ma quello che più conta, al momento, è il muro sollevato dalle televisioni. Rifare il calendario della competizione, ha subito fatto notare Fox Sports dagli Stati Uniti, potrebbe creare grandi conflitti con altre leghe e altri campionati locali, come ad esempio la Nfl che per l’emittente a stelle e strisce è un grande investimento, ma soprattutto un grande appuntamento per gli americani.

Lamentele che hanno maggior peso specifico perché Fox ha sottoscritto un accordo da 425 milioni di dollari per garantirsi i diritti Usa per i Mondiali 2018 e 2022. Si tratta di un prezzo superiore di oltre quattro volte rispetto a quello garantito da Espn per il 2010 e i prossimi Mondiali in Brasile. Un eventuale “no” allo spostamento sarà quindi quattro volte più pesante, con buona pace dei calciatori e dello spettacolo.

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