Crescita equilibrata dei ricavi, cercando di ampliare i canali d’introito, e risultato netto. Sono queste le voci alle quali – pur con ritardo considerando la dimensione economica delle società sportive – il calcio ha iniziato a guardare. Presentando un rapporto comparato sulle 237 squadre che disputano quest’anno competizioni Uefa, il segretario generale Gianni Infantino non ha perso occasione per sottolineare con soddisfazione come sia stata la prima volta che l’aumento delle entrate dei club ha superato l’aumento delle spese per stipendi. Il rapporto, basato su dati comunicati dai club alla federazione dopo l’audit e relativo agli esercizi chiusi nel 2012, sconta effettivamente i benefici del fair play finanziario. Nel complesso, le perdite cumulate sono migliorate di 600 milioni, ma restano sempre sopra quota 1 miliardo. Un altro dato interessante è la significativa riduzione nei debiti insoluti, -70%.

Il rapporto mostra che in Europa ci sono stati 31 club con introiti per almeno 100 milioni di euro, 24 dei quali partecipano a queste competizioni Uefa per club. A capeggiarli c’è il Real Madrid. Le 237 squadre hanno generato introiti complessivi per 8,1 miliardi di euro: mediamente, i diritti televisivi nazionali hanno contribuito al 25%, le sponsorizzazioni al 24% e gli incassi ai botteghini al 20%.

Ma nelle pagine più nascoste ci sono altri dati interessanti, che riguardano la consistenza delle società attraverso una fotografia dei loro attivi. I primi sono dati dagli investimenti di “lungo periodo”, i “tangible fixed asset”, di fatto le immobilizzazioni materiali. Il complesso di stadi, beni materiali, campi di allenamento rientra in questa voce e per i club iscritti alle competizioni Uefa vale 4,9 miliardi. La Uefa incentiva questo tipo di investimenti, come per esempio quelli nello stadio. Ma sul lotto di squadre, solo il 21 per cento dei club lo possiede mentre nel 56 per cento dei casi gli impianti sono di proprietà di Stato o enti locali. Tornando alla lettura iniziale, l’importanza di questo tipo d’investimenti si ribalta sulla generazione dei ricavi: i club che hanno uno stadio generano il 23 e l’11 per cento del fatturato da biglietteria e attività commerciali, le altre squadre si fermano a 14 e 7 per cento. Tra le 23 squadre che hanno immobilizzazioni materiali per oltre 50 milioni, la stragrande maggioranza (20) vanta uno stadio di proprietà. La tabella mostra quanto l’Italia sia sottorappresentata: include solo Juventus e Lazio.

La graduatoria degli attivi materiali

 

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