“Uno degli obiettivi dell’Unione europea è quello di fornire ai cittadini un livello elevato di sicurezza all’interno di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, sviluppando azioni comuni tra gli Stati membri nel settore della polizia”. Inizia così la conclusione del Consiglio europeo che adotta il programma di alvoro 2014-2016 per il contenimento del rischio alla salute, alla sicurezza e all’ordine pubblico in relazione agli eventi sportivi, in particolare il calcio. Un documento che, a scorrerlo, resta ancora molto sul vago anche se gli eventi recenti della Lazio in Polonia mostrano quanto il problema sia urgente.
Il programma, è scritto nero su bianco, prevede la collaborazione a più livelli tra Paesi e soprattutto con l’intervento di Uefa e Fifa, massimi organismi del calcio. Il programma di lavoro si articola su tre direttrici, che riguardano la cooperazione internazionale, lo sviluppo delle competenze e la formazione. A livello europeo si rimanda alle commissioni di esperti, che a loro volta cooperino con le organizzazioni coinvolte, che raggiungano questi risultati:
Preparare un progetto per aggiornare il “Football Handbook” alla luce dell’esperienza di Euro 2012 e del progetto pan-europeo di formazione della polizia, nonché di altri progetti del settore e secondo le “buone prassi” europee. Preparare una proposta di aggiornamento della decisione del Consiglio del 2002 sulla cooperazione internazionale in materia. Sviluppare ulteriormente la stretta collaborazione con il comitato permanente sulla violenza degli spettatori del Consiglio d’Europa per fornire, tra le altre cose, missioni di consulenza comuni, una documentazione armonizzata sulla sicurezza e sui servizi e per condividere le best practices in materia di certificazione e ispezione sulla sicurezza neegli stadi. Sviluppare ulteriormente la collaborazione con la Uefa, con i progetti comuni quali la conferenza annuale in preparazione delle Coppe europee, e preparare un simile evento in vista delle qualificazioni a Euro 2016.
Quanto all’ “expertise”, il gruppo di esperti per i grandi eventi sportivi “cercherà di sostenere lo sviluppo di reti di polizia e di intelligence adeguate ed efficaci per sostenere i National Information Football Points”, che in Italia riguardano il Ministero dell’Interno. Da ultimo, la commissione di esperti “svilupperà e fornirà formazione e sostegno colleghi all’interno e al di fuori dell’Europa”. Queste iniziative di formazione saranno realizzate in partnership con altre agenzie, come il Consiglio d’Europa, il comitato permanente su tifosi e violenza e la Uefa.
Le azioni conseguenti prevedono, tra le altre cose, il reperimento di un sostegno finanziario da parte dell’Ue per “migliorare la cooperazione tra tutte le parti interessate per garantire la sicurezza in occasione delle partite di calcio”. Sarà necessario monitorare le tendenze internazionali del comportamento dei tifosi, le risposte della polizia e valutare “le sfide finanziarie connesse con la cooperazione internazionale di polizia”.