Con il fallimento dell’Ascoli Calcio 1898, dichiarato oggi dal Tribunale, si chiude la storia di una provinciale durata 115 anni. E’ finito tutto intorno alle 14, quando il giudice fallimentare Raffaele Agostini “grande tifoso bianconero” – come si definisce – ha annunciato il fallimento, “inevitabile e improcrastinabile”. Lo hanno chiesto l’Azzurra Free Time, società creditrice, l’imprenditore Giancarlo Romanucci (socio Azzurra) e l’avvocato Mattia Grassani, tra i massimi esperti di diritto sportivo. Alle loro istanze si sono aggiunte quelle di sette dipendenti che non prendevano lo stipendio da mesi e ora sono senza lavoro, anche se qualcuno dovrà comunque rimanere per garantire l’operatività della gestione coordinata da un pool di curatori fallimentari: il commercialista Franco Zazzetta e due ex calciatori del passato bianconero, l’avvocato Walter Gibellieri e il commercialista Emidio Verdecchia.
Garantiranno che fin da subito prima squadra e giovanili scendano in campo. La società bianconera nasce il primo novembre 1898 per iniziativa di 12 giovani, ed e’ fra il 1930 e il 1940 che si affaccia ai primi campionati di serie D e C. La prima svolta a meta’ degli anni ’50, quando l’Ascoli passa a Cino Del Duca, editore e produttore cinematografico che la guida fino alla sua morte nel 1967. Ma è con l’avvento dell’imprenditore edile ascolano Costantino Rozzi, diventato famoso per gli scaramantici calzini rossi e le vivaci presenze in tv al Processo del lunedì di Biscardi e nei collegamenti di Tonino Carino per 90/o Minuto, che avviene il salto di qualità. Con Carlo Mazzone, prima giocatore e poi allenatore, Rozzi porta in pochi anni l’Ascoli in serie B e alla prima storica promozione in serie A al termine della stagione ’73-74. “Quanto sta accadendo all’Ascoli suscita in me grande tristezza, tanto più in prossimità dell’anniversario della sua morte” ha detto in questi giorni Mazzone, che con la famiglia vive ad Ascoli. Sofferenza maggiore se si pensa che Mazzone è consuocero di Roberto Benigni, patron della societa fallita. In tutto 16 i campionati di serie A disputati, con miglior piazzamento il quarto posto nella stagione ’79-’80.
Gli anni ’80 iniziano con G.B. Fabbri e segnano il ritorno di Mazzone in panchina sostituito poi da Vujadin Boskov. Anni che vedono protagonista un terzino arcigno, Flavio Destro (fu anche capitano), papa’ del romanista Mattia. La morte di Rozzi il 18 dicembre 1994 segna la fine di un’epoca; 20 mila persone parteciparono al suo funerale e in tanti si sono gia’ dati appuntamento in Duomo domani alle 18 per la messa in suffragio. L’Ascoli finisce in serie C ed è Benigni a riportarla prima in B e poi in A (dove gioca due campionati) negli anni 2000. Il declino delle ultime stagione è stato prettamente economico, con la massa debitoria che man mano e’ aumentata fino alle istanze di fallimento che, dopo la retrocessione in Lega Pro, oggi hanno portato all’epilogo. Ma si guarda già al futuro, al Lodo Petrucci, per salvare titolo sportivo e categoria. “Ora parte la ricostruzione”, assicura il sindaco Guido Castelli.