L’acquisto del 41,5% della Chrysler, concluso dalla Fiat il giorno di Capodanno, non ha solo solo voluto dire che ora la casa automobilistica torinese controlla il 100% di quella statunitense, ma ha anche un significato finanziario importantissimo. Controllare completamente Chrysler vuol dire infatti che la Fiat d’ora in poi potrà godere pienamente degli ingenti flussi di cassa della casa statunitense migliorando così i bilanci del Lingotto e rendendo fruttifera una condizione prima insfruttabile perché c’erano delle limitazioni imposte dall’altro socio presente in Chrylser, cioè il sindacato statutinense Uaw

Non a caso il titolo della Fiat oggi è stato uno dei migliori in borsa con un guadagno monstre di oltre il 16%, così come è andata molto bene l’azione della controllante Exor che è cresciuta di oltre il 4%. Ma, al di là del significato industriale, ciò che interessa a calcioefinanza.it è segnalare come l’operazione, seppur in via mediata, potrebbe rivestire anche un significato molto importante per la Juventus, che come la Fiat è controllata essa stessa da Exor ovvero la società che rappresenta la cassaforte della dinastia Agnelli e dei rami a essa collegati.

I benefici per la Juventus sono almeno tre:

1) In primo luogo c’è un vantaggio strettamente finanziario. La Fiat ha annunciato di aver raggiunto un’intesa per comprare il restante 41,6% di Chrsyler che ancora non deteneva per circa 4,35 miliardi di dollari complessivamente. Il prezzo è stato ritenuto congruo dai broker soprattutto per il fatto che la Fiat investirà direttamente solo 1,75 miliardi di dollari nell’operazione oltre a 700 milioni dilazionati nei prossimi quattro bilanci, cioè  di qui al 2017. I restanti 1,9 miliardi saranno, invece, pagati usando la cassa di Chrysler. La casa statunitense varerà un dividendo straordinario di 1,9 miliardi ai suoi attuali soci (cioè Fiat con il 58,5% e Uaw il 41,5%) poi la Fiat girerà la somma di sua spettanza a Uaw saldando l’intera operazione. Insomma l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, con un’astuta operazione finanziaria, userà soprattutto la cassa di Chrysler per comprare la Chrysler 

Soprattutto, però, in ottica Juventus, la cosa interessante è che l’operazione non prevede un aumento di capitale da parte di Fiat. Ciò significa che per finanziare l’acquisto del 41,5% in Chrysler della controllata Fiat, la controllante Exor non dovrà investire risorse proprie. Un sollievo non da poco per un club come la Juventus, che seppur registri una costante riduzione delle perdite (dai 95 milioni del 2011 ai 16 del 30 giugno 2013), non sarà definitivamente indipendente sotto il profilo finanziario per circa altre tre stagioni, come ha ammesso recentemente lo stesso presidente del club bianconero Andrea Agnelli

D’altronde per rendersi conto di come la situazione finanziaria di una controllante possa influire sul club calcistico di riferimento, basta ricordare come il Milan abbia investito poco nel calciomercato di questi anni dopo che la Corte di Cassazione ha imposto alla Fininvest di Silvio Berlusconi di pagare circa 500 milioni come risarcimento nella vicenda del Lodo Mondadori

2) Il secondo motivo ha un significato un po più strategico nell’ambito dell’impegno futuro degli Agnelli-Elkann in Italia. La transazione di ieri non è altro che il presupposto di un’operazione più complessa che mira a fondere Fiat con Chrysler, quotare il titolo della nuova società unificata alla borsa di New York (ci sarà solo un listing secondario sulla borsa italiana), quindi trasferire la testa del gruppo negli Stati Uniti.Nei fatti quindi Fiat-Chrysler diventerà sempre più una società statunitense, benché continuerà ad avere numerosi stabilimenti in Italia (che, tra le altre cose, dovrebbero essere rilanciati questa primavera nel piano industriale 2014). In questo senso, tuttavia, per quanto gli stabilimenti in Italia le assicureranno una importanza rilevantissima nel Paese per numerosi anni a venire, la famiglia torinese non ha intenzione di perdere quello status di famiglia regnante costruito nei decenni scorsi in virtù della proprietà della maggior società industriale italiana. Così, per mantenere questo status, oltre che sugli stabilimenti italiani di un gruppo italo-statunitense, avrà la necessità, come già sta facendo, di incrementare gli sforzi su due simboli nazionali che sono nel suo perimetro: ovvero Rcs e la Juventus

3) Infine non va dimenticato che uno dei brand più famosi di Chrysler, Jeep sponsorizza la Juventus. In questo senso migliori prospettive di Chrysler, combinate a una crescente visibilità internazionale della Juventus, potrebbero favorire un ritocco all’insù della sponsorizzazione e rappresentare una leva importante per far crescere i ricavi del club e rafforzare il legame della dinastia, che andrà a diluirsi con il trasferimento a Detroit della testa della Fiat, con la città di Torino e con l’Italia stessa

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