Dopo molti mesi di negoziati il 29 dicembre 2013 la promessa elettorale del presidente francese François Hollande è stato convalidata dal Consiglio costituzionale del paese francese. Non senza polemiche la “tassa milionaria”, come viene soprannominata, impone tasse alle aziende che pagano salari oltre un milione di euro l’anno ai propri lavoratori. Ciò ha chiaramente scatenato la rabbia di imprenditori e società di calcio. Secondo il governo francese è una misura temporanea che durerà circa due anni, al fine di attenuare, in qualche misura, la crisi economica che sta colpendo la Francia.
Ligue 1Le cifre
Il governo francese spera di raccogliere 260.000.000 di euro nel 2014 e 160 milioni di euro nel 2015. Gran parte di questo denaro verrà da squadre di calcio, quelle appartenenti alla LFPF, la Ligue 1, che aveva minacciato di scioperare lo scorso novembre. Il calcio francese, è stato calcolato, dovrà pagare circa 44 milioni per club in più rispetto a quello che già paga attualmente, di tale importo circa 20 milioni saranno “portati” dal Paris Saint Germain, dove militano stelle del calibro di Ibrahimovic, Cavani, Thiago Silva e altri 7 giocatori, il cui stipendio annuale è di oltre un milione di euro l’anno, secondo quanto riportato dal sito web della BBC.
Le reazioni
Come riportato dal quotidiano francese “Le Monde”, il presidente della LFPF Frédéric Thiriez avrebbe così commentato: “Tutti riconoscono che il tasso del 75% è assurdo in termini economici, il piano fiscale è inefficace ed ingiusto. Capisco che il Consiglio abbia rifiutato di censurare il governo due volte sullo stesso progetto, ha preso una decisione di opportunità piuttosto che di legalità. Le conseguenze saranno molto pesanti per i nostri club nei prossimi anni”. Dure, quindi, le dichiarazioni della LFPF, non senza ragione, che denotano una certa paura che il carico fiscale sui club possa indebolire la Ligue1.
Differenze con la “Legge Beckham”
Alcuni anni fa la Spagna aveva sperimentato un simile espediente a modo proprio. I giocatori dovevano essere tassati individualmente del 43% sui loro salari, con la “Legge Beckham” del 2010 (senza effetto retroattivo), i contratti firmati dai giocatori stranieri a partire dal primo gennaio di quell’anno sarebbero stati collegati a tale imposizione, riducendo di quasi la metà le tasse che dovevano essere pagate in caso lo stipendio non fosse stato superiore a 0,6 milioni di euro all’anno. La posizione privilegiata non è mai andata a genio alle agenzie competenti finché la legge non è stata abrogata. La “tassa spagnola” imposta ai dipendenti veniva effettuata attraverso l’imposta sul reddito (imposta sul reddito per gli individui), mentre la “tassa francese” viene imposta alla società e prevede che i pagamenti vengano effettuati attraverso la IS (imposta sul reddito).