Fino ad oggi era soprattutto conosciuta come la capitale delle piastrelle di ceramica, la più antica risale al 1741, ed oggi invece è la favola del campionato di calcio italiano 2013/2014 con la sua prima presenza nella massima serie in 94 anni di storia sportiva. Ci volle un pò di tempo al piccolo Sassuolo di Eusebio Di Francesco per abituarsi al grande palcoscenico della A. L’avventura iniziò con ben 4 sconfitte, compreso il 7 -0 interno con l’Inter, e si dovette aspettare fino al 20 ottobre per portare a casa la prima vittoria nella massima serie. Il momento di maggior gloria fu poi il superbo 4-3 casalingo contro il Milan di Allegri che costò al tecnico della promozione neroverde in Serie B la panchina dei rossoneri. La storia recente parla invece di un Sassuolo reduce da due sconfitte, l’ultima domenica contro il Livorno, che ha spedito la squadra emiliana verso il baratro della retrocessione e all’allontanamento del tecnico Di Francesco.
Lo sponsor del Sassuolo Calcio è la Mapei di Giorgio Squinzi, nonchè patron della club, la cui sede principale è a Milano, in Lombardia, ma che ha un grande legame con la città emiliana ed il suo territorio. Calcio&Finanza ha parlato con Luca Caselli, sindaco di Sassuolo dal 2009, di rapporti territoriali tra calcio, comune e main sponsor.
Chi vive a Sassuolo non può non volere bene a Berardi e compagni, una realtà che è passata dall’anonimato dell’Interregionale fino alla ribalta della Serie A in pochi anni. Un palcoscenico di lusso che non ha cambiato i componenti di questo grande sogno neroverde. “Il Sassuolo si allena qui. I giocatori vivono in città e gli abitanti li possono vedere al supermercato per fare la spesa oppure al bar a prendere il caffè con la propria famiglia”, esordisce il sindaco. Il grande “burattinaio” del sogno è di certo Giorgio Squinzi e la sua Mapei, proprietaria e main sponsor del club, che ha sempre fatto investimenti intelligenti senza buttare via i soldi. “Mapei ha sempre portato avanti progetti oculati, senza sperperare, basati su investimenti per il futuro, garantendo alla società uomini capaci di guidarla con giudizio. Inoltre gli ha destinati a progetti medici di ricerca come ad esempio il centro Mapei”. Un’azienda, dunque, fortemente legata al territorio emiliano ed in particolare a quello di Sassuolo, come detto la capitale della ceramica, e che ha voluto ampliare questo rapporto anche in ambito sportivo acquisendo il club calcistico. “Oggi Sassuolo vuole che il suo nome possa venire maggiormente veicolato – ha aggiunto Caselli – sia da una realtà internazionale come Mapei che da una squadra di calcio che ora può vantare di giocare in uno dei campionati più seguiti al mondo. Fermare le grandi (il pari a Napoli e la vittoria sul Milan) è un ottimo veicolo pubblicitario che incarna quelli che sono i valori del cittadino di Sassuolo, sempre pronto a vendere il proprio prodotto, di cui va fiero, in giro per il mondo”.
Un capitolo molto importante è quello dello stadio di Reggio Emilia, ex Giglio, ed oggi Mapei Stadium che ha dato ai neroverdi una casa dove poter disputare le partite casalinghe in questa stagione. “Squinzi è stato molto lungimirante. Lui crede nella squadra e nelle sue possibilità e poi ha fatto un’affare comprando una cattedrale nel deserto ad un prezzo conveniente. A chi dice invece che a Sassuolo ci voleva lo stadio dico che sarebbe stato solo un investimento senza senso”. Sull’argomento stadio è intervenuto anche il dott. Carnevali, amministratore di Master Group Sport, che ha voluto sottolineare come l’acquisizione di uno stadio di proprietà sia stata basilare per un club che vuole puntare sui più importanti aspetti di marketing e comunicazione. “Avere uno stadio di proprietà è una novità per il calcio italiano, non è solo una titolarità commerciale, bensì è qualcosa che lega indissolubilmente il club calcistico del Sassuolo con la sua proprietà e main sponsor Mapei. E’ vero anche la Juventus lo ha, ma il Mapei Stadium ha un significato diverso”. Oltre ad aver brandizzato l’impianto ed ad aver posto il proprio marchio sul petto dei giocatori, accrescendo ulteriormente la visibilità dell’azienda, Mapei si è, come detto, dedicata ad un progetto forte di hospitality, con l’aiuto di Master Group Sport, sia per le partite casalinghe che per quelle in trasferta permettendo ai propri ospiti di poter godere a tutto tondo della realtà Sassuolo, come ad esempio accedere a luoghi solitamente poco accessibili dello stadio, poter entrare in campo durante il riscaldamento o incontrare i giocatori in albergo durante le trasferte.
Spese sempre oculate e territorialità
Anche a livello pubblicitario Mapei non ha gettato via i propri soldi decidendo di avere solo un giro di Led a bordocampo, come lo Juventus Stadium, per avere il massimo ritorno economico. “Volevamo avere uno stadio pulito e come la Juventus abbiamo deciso per la sola prima fila di led pubblicitari a bordocampo e non per due o tre file inutili. La filosofia è sempre la stessa. Non gettare via i soldi ed avere una società piccola, ma organizzata”. Il legame tra Sassuolo e il suo territorio non è targato solo Mapei, anzi sono tante le realtà emiliane che stanno condividendo questo bel progetto con Master Group Sport e il club. “Abbiamo creato una serie di opportunità con tutte le aziende locali fino a creare una tribuna family che ogni gara ospita più di 100 ragazzi allo stadio. Questo è molto importante per far capire come Sassuolo tenga al suo stretto legame con il territorio e alla propria gente”.