“La Football League rimane in discussione con i proprietari e con le proposte dei possibili acquirenti del Leeds United, per quanto riguarda il cambiamento previsto della proprietà”. Questo quanto dichiarato da un portavoce della Football League in merito all’affare Leeds – Cellino, ancora in attesa della sentenza da parte della Fa inglese.
“Ad oggi una notevole quantità di informazioni richieste sono state fornite dalla GFH e dalla Eleonora Sport, ma ci sono ancora una serie di questioni in sospeso che richiedono ulteriori osservazioni. C’è anche la prospettiva realistica che non ci saranno ulteriori domande derivanti da queste osservazioni a cui saranno tenuti a rispondere. Il Board della Football League si incontrerà il 13 marzo per ricevere un aggiornamento sulla questione dai dirigenti della Lega, a meno che tutte le questioni rimanenti possano essere risolte in modo soddisfacente prima di questa data”, ha concluso il portavoce.
La richiesta di condanna che potrebbe rovinare la festa
Due settimane o poco più rimarrebbero a Massimo Cellino, patron del Cagliari, per sapere se potrà o meno mettere le mani sul Leeds United e sbarcare definitivamente in Gran Bretagna. La dichiarazione del portavoce della Football League arriva in concomitanza con la notizia della sanzione da un milione e 165 mila euro oltre alla confisca del bene subita stamane dal patron del Cagliari. Questa è, dunque, la richiesta di condanna formulata dal pubblico ministero Andrea Massidda nei confronti di Massimo Cellino, accusato di non aver pagato 400 mila euro di Iva per una barca a vela acquistata negli Stati Uniti e portata in Italia. Una tegola che di certo non gioverà in termini di curricula reputazionale di fronte ai dirigenti di Lega britannici che stanno in questi giorni vagliando la sua richiesta di acquisto del Leeds United. Davanti al giudice del Tribunale, Sandra Lepore, il magistrato dell’accusa ha confermato le imputazioni raccolte dall’Agenzia Doganale di Cagliari e dai militari della Guardia di Finanza che avevano portato al sequestro dell’imbarcazione. “La societa’ americana – ha detto il pm Massidda – e’ stata costituita un mese prima per eludere le normative. Sulla vicenda, poi, le ricostruzioni sono fondate e confermate anche dalla decisione in materia tributaria”. Per questa ragione il magistrato ha chiesto la condanna del patron rossoblu. Il difensore Giovanni Cocco vorrebbe l’assoluzione con formula piena dato che Cellino, in qualita’ di manager e non di rappresentante della societa’ americana, poteva utilizzare la barca grazie ad un contratto sottoscritto e formalizzato; quindi non ci sarebbero i presupposti per un’intenzione fraudolenta di Cellino che, al contrario, avrebbe rispettato le norme vigenti fra Stati Uniti e Italia. Per la procura il possibile futuro patron del Leeds United avrebbe acquistato la barca a vela negli Usa, portandola poi in Italia con un permesso turistico, ma senza regolarizzarne successivamente la posizione davanti al fisco. Ora il giudice Lepore dovra’ decidere chi ha ragione e pronunciare la sentenza prevista per il 18 marzo, alle 9, in apertura d’udienza. A soli 5 giorni di distanza dalla sentenza calcistica che potrebbe “regalare” a Cellino il club inglese. Ci sarà “conflitto di interessi”?