Il Liverpool sta facendo bene sia in campo che fuori dal campo. Gli ultimi conti dei Reds, relativi al primo anno di Brendan Rodgers come allenatore, mostrano un notevole miglioramento della posizione finanziaria del club. Questo nonostante la mancata partecipazione alla UEFA Champions League che generalmente ha un valore di circa 30 milioni di sterline.
Mentre l’anno scorso il Liverpool ha generato una perdita annuale di circa 50 milioni di sterline, il fatturato alla fine di maggio ha superato i 200 milioni, toccando quota  206, un aumento del nove per cento. I debiti bancari del club sono diminuiti del 29 per cento, grazie al main di 46,8 milioni senza interessi derivanti dai prestiti tra Reds ed i proprietari della Fenway Sports Group, utilizzati per pagare i debiti relativi ai precedenti progetti, tra le altre cose falliti, relativi allo stadio creati sotto il regime, ormai spodestato, di Hicks e Gillett.

Brendan Rodgers, al primo anno sulla panchina del Liverpool
Brendan Rodgers, al primo anno sulla panchina del Liverpool

I risultati alla luce della Football Money League

FSG  ha ridotto i debiti di Anfield di 200 milioni di sterline dal taking over del mese di ottobre 2010, il debito bancario complessivo è stato invece di 45.1, in calo di 17,7 milioni; nonostante il club sia sceso di tre posizioni, alla dodicesima, nella Deloitte Football Money League, il Liverpool è il club, non in Champions, al gradino più alto della speciale classifica. Le entrate commerciali rappresentano oggi il 47 per cento di tutte le entrate, una figura migliorata solo dalle squadre presenti nella “top money six”.
Gran parte di questo denaro è stato guadagnato nei mercati globali nei quali il Liverpool rimane un marchio forte e la riqualificazione di Anfield dovrebbe aumentare le entrate nelle casse societarie.

Il bilancio dell’Aston Villa

L’Aston Villa non ha esattamente annunciato i suoi ultimi risultati finanziari con grande clamore, la loro pubblicazione sul sito web del club è passata, infatti, un pò in secondo piano, anche se mostrano un quadro di miglioramento.
Dopo aver avuto le finanze fuori controllo, costringendo il proprietario Randy Lerner ad apportare metodi per la riduzione dei costi utili a garantire la sopravvivenza del club in Premier League, l’Aston Villa sembra ormai uscito dalle difficoltà, secondo il direttore finanziario del club Robin Russell. “I conti 2012-13 effettivamente hanno chiuso un capitolo su un periodo di pesanti perdite. Mentre ci avviciniamo alla fine della stagione 2013-14 con un club finanziariamente autosufficiente, compatibile sia con il Financial Fair Play della UEFA che della Premier League”.
Anche se il Villa ha registrato una perdita di 51.8 milioni di sterline nel 2012 /13, Lerner ha rinunciato a quasi il doppio della quantità di prestiti con la loro conversione a patrimonio netto nel dicembre dello scorso anno. L’aumento del fatturato nel 2012-13 è stato trainato in gran parte dal miglioramento delle prestazioni in campo nella Barclays Premier League (e dalla semifinale nella Capital One Cup) e soprattutto grazie alla maggiore presenza dei media in campionato.
La riduzione dei costi operativi è stata trainata dalla razionalizzazione del playing squad con ammortamento delle player registration scesi di 3.1 milioni; gli oneri straordinari sono aumentati da 2.4 milioni a 8.3, incluso l’ammortamento accelerato di alcune player registration e dei loro relativi costi di lavoro. I conti ora riflettono più accuratamente il valore della squadra.

Aston Villa, la formazione 2013/2014
Aston Villa, la formazione 2013/2014

Lontani dal record 2011/2012

Mentre la squadra era in fase di ricostruzione non vi è stata alcuna ripetizione del profitto record del 2011-12 record basato sullo smaltimento delle player registration ( 0.3m perdita nel 2012-13 rispetto a 26,9 di profitto nel 2011-12 ); c’era anche da non ripetere l’impatto una tantum del 2011-12 con la rinuncia agli interessi accumulati di 20,3 milioni da parte del proprietario sui finanziamenti concessi al club. Il gruppo continua a beneficiare di questa generosa somma di 6.100.000 all’anno.
Anche se il risultato operativo è sceso di 9,5 milioni, l’effetto combinato di quanto visto sopra, è stato quello di aumentare la perdita dopo le imposte d’esercizio da 34,1 milioni a 51.8; ciò è dovuto principalmente alla non ricorrenza del profitto elevato dalla cessione dei giocatore nel 2011-12 (27,2 m) e la rinuncia agli interessi (20,3 milioni).

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Alberto Lattuada è nato a Milano e da sempre è appassionato di calcio e finanza. Ha scritto per diversi siti specializzati nel mondo del calcio e del forex. Dal novembre 2013 dedica anima e corpo allo sviluppo e alla crescita del portale CalcioeFinanza.it