Non c’è dubbio che Andrea Agnelli è il tifoso numero uno della Juventus. Non solo perché ne è presidente dal 2010, ma anche in quanto ha nel suo animo una vera passione da ultrà nei confronti dei colori bianconeri. Chi l’ha visto nelle tribune d’onore degli stadi italiani e non solo può testimoniare la notevole passione del presidente verso il suo club. Tanto che allo Juventus Stadium si è fatto riservare un posto laterale nel settore della tribuna d’onore, una posizione che gli consente di sfogare la sua passione in occasione di un gol o di una rete mancata alzandosi in modo da sfogare l’esultanza o la rabbia
I tifosi juventini amano questa suo approccio sapendo si avere uno di loro nel vertice del club. Solamente i critici più bacchettoni considerano questa tipo di passione un limite alle sue capacità manageriali salvo poi ricredersi quando arrivano i risultati. Sotto la sua guida la Juventus non ha solo vinto gli ultimi due campionati e si avvia a raggiungere il terzo scudetto consecutivo, ma ha anche ottenuto un miglioramento nei conti di bilancio sebbene quest’anno il rosso dovrebbe aumentare a causa della eliminazione in Champions League nella fase iniziale. Non solo, ma Agnelli ha anche dimostrato di non lesinare il suo impegno a livello internazionale. Dal 2012 siede nel comitato esecutivo dell’Eca che è l’associazione dei maggiori club e europei e ieri era in Giappone per inaugurare il primo Juventus Store in quella nazione, un’iniziativa che potrebbe dare molti frutti sotto il profilo in termini di ricavi
Il nodo, tuttavia, spifferano da Torino, è che la Juventus non gli basta. Sia ben chiaro non c’è dubbio che Agnelli resterà presidente del club bianconero con tutto il suo impegno per numerosi anni nel futuro prossimo. Ma nello stesso tempo nutrirebbe l’ambizione anche di gestire il gioiello forse più splendente di casa Fiat, ovvero la Ferrari il cui cda è quest’anno in scadenza. La Rossa, controllata al 90% da Fiat Spa, rappresenta un’azienda unica nel panorama industriale del mondo intero. Il suo brand è stato riconosciuto come il più forte al mondo dall’agenzia specializzata Brand Finance, ma soprattutto macina record su record in termini di bilancio. Gli utili netti sono cresciuti del 5,4% a 246 milioni nel 2013 continuando il trend degli ultimi bilanci. In questo quadro non è un caso che Sergio Marchionne consideri la scuderia di Maranello come una importantissima riserva di valore. Infatti se Fiat-Chrysler dovesse trovarsi in necessità di soldi senza nessuna opzione diversa, si potrebbe quotare una piccola parte della Ferrari per recuperare il denaro di cui si ha bisogno
La conferma di Montezemolo nella scuderia di F1 e lo scetticismo di John
Insomma la guida della Ferrari significherebbe per il presidente della Juventus un’opportunità non solo di rafforzare la sua esperienza a livello di manager sportivo ma anche di cimentarsi con una società importante a livello industriale. Non solo, ma c’è da considerare un ulteriore fattore. I conti della Juventus potranno migliorare nel prossimo futuro sino ad arrivare a registrare un punto di pareggio oppure degli utili, smettendo quindi di rappresentare una zavorra contabile per l’Exor che è la holding degli Agnelli che controlla sia Fiat che Juventus. Ma è indubbio che in termini contabili non potranno mai dare quel contributo che è invece garantito dalla Ferrari. Ne consegue che guidando la Ferrari, Agnelli si siederebbe al tavolo della famiglia non solo presentando un bilancio fatto di scudetti vinti oltre che una società di calcio risanata ma anche mostrando che le società da lui gestite danno il contributo considerevole in termini di introiti. Una cosa che, chi conosce bene la famiglia, sa che rappresenta la cosa più importante
Questa ambizione del numero uno bianconero, tuttavia, non è destinata a realizzarsi. Nei prossimi giorni, secondo quanto Calcioefinanza.it ha saputo, il cda della Ferrari confermerà presidente Luca Cordero di Montezemolo e amministratore delegato Amedeo Felisa per il prossimo triennio, in virtù dei risultati raggiunti e nonostante l’età dei due, sono entrambi del 1947. Insomma sino al 2017 Agnelli si dovrà concentrare esclusivamente sulla Juventus e solo nel 2017 potrà capire se la sua ambizione si realizzerà
Ma attenzione la cosa non sarà semplice, visto che comunque ci sarà da convincere John Elkann e il suo scetticismo. Elkann è il vero capofamiglia della dinastia torinese in quanto non solo è il presidente della Fiat e della controllante Exor ma anche della Giovanni Agnelli Sapaz, la cassaforte con cui la famiglia da sopra controlla tutto l’ impero sottostante. Il numero uno della Fiat, che di Agnelli è cugino di secondo grado in quanto Elkann è nipote di Gianni mentre Andrea è il figlio di Umberto, non è convinto delle qualità manageriali a livello industriale del presidente della Juventus. In particolare non convince quell’esuberanza che, se forse conviene nel mondo del calcio, difficilmente lo è quando si tratta con investitori internazionali ai livelli con cui usa negoziare Ferrari. Non solo ma, sebbene qui gli spifferi diventino molto molto sottili, difficilmente John lascerà la guida di un bene così prezioso per l’intera società come Maranello a un rappresentante dell’altro ramo della famiglia, quella cioè che discende da Umberto
Apprezziamo calcioefinanza come più volte ribadito commentando altri articoli. Ma questo non ci trova d’accordo. Se A.Agnelli fosse realmente juventino nell’essenza del termine(e non per l’apparenza e per servirsi della Juventus come biglietto di presentazione negli ambienti finanziari, politici ed economici europei e non solo) , non avrebbe mai dovuto approvare e continuare l’esecuzione del progetto jstadium concepito dai personaggi che peraltro son stati nominati anche da lui nel 2006. Data fino alla quale la Juventus era uno dei primi 4 club al mondo per ricavi sullo stesso piano di Real ,Barcellona, United e ben superiroe a Bayern , Arsenal, Chelsea, City, Liverpool, ecc.Anche il Dortmund nel 2006 fatturava poco più di 70 milioni e oggi ha ricavi quanto la Juventus. E’ pazzesco ma nessuno lo evidenzia in Italia. La Juventu non ptrà competere in Champions con i club sopra citati , la distanza sul fatturato che è diventata abissale non solo non si colmerà ma aumenterà ancor più visto che tutti i club su citati stanno per attuare nuovi progetti di sviluppo di nuovi impianti o di quelli esistenti, mentre la Juventus se ne resterà col suo stadietto da borussia moenchengladbach, costato 85 milioni ovvero spiccioli, con 0 investimento d aparte di Exor nonostante 2 ricapitalizzazioni e siprattuttto una quotazione n Borsa che doveva servire nel 2001 proprio per finanziare i progetti immobiliarid ella Juventus come sosteneva furbescamente U.Agnelli. Teoricamente la Juventus ptorebbe avere quindig rossi problemi anche in Italia, perchè Milan e Inter per esmepio ptorebbero tra un paio d’anni pensate di quotarsi in borsa da dove ricaverebbero molti soldi, che ptorebbero usare per esempio per un nuovo stadio o per finanziare campagne acquisti. Mentre la Juventus ha sia compiuto la quotazione ormai oltre 10 anni e quei soldi hanno preso altre vie (o meglio altre tasche) e lo stadio è stato già fatto, male, anzi malissimo nonostante la propaganda di regime dilagante fin da quando quel giorno el Novembre 2008 fu presentato il progetto