Tre giorni di festa nazionale in occasione delle fasi finali della Coppa del Mondo. E’ la ricetta di Rio de Janeiro non tanto per celebrare il culmine del Mondiale 2014 in Brasile, che si avvicina tra grandi attese e preoccupazioni per la capacità del Paese di ospitare l’evento a livello infrastrutturale, quanto piuttosto per cercare di preservare le gare e i tifosi dai mega-ingorghi cittadini. Nella città simbolo del mondo verdeoro, infatti, cresce l’ansia per i problemi legati al traffico.
Il governo municipale ha così deciso di indire una giornata di stop alle attività feriali per il 4 luglio, quando il Maracanà ospiterà i quarti di finale del torneo. Sarà preceduta, il 18 giugno, da una mezza giornata festiva in occasione del match della Spagna – detentrice della Coppa – contro gli altri sudamericani del Cile, e ancora il 25 giugno in concomitanza con la sfida tra l’Ecuador e la Francia, che il Mondiale l’ha vinto nel 1998.
Sette gare al Maracanà
Nel complesso, Rio ospiterà sette gare del torneo nel mese di competizioni, e le altre sono calendarizzate per il fine settimana: motivo per cui non sono state decise ulteriori sospensioni dell’attività lavorativa. “Le decisioni prese mirano a ridurre il flusso di veicoli, minimizzando il rischio di inconvenienti per la popolazione e facilitando l’afflusso degli spettatori allo stadio”, ha spiegato il sindaco di Rio in una dichiarazione rilasciata sul web. La situazione del traffico, d’altra parte, è sensibilmente peggiorata negli ultimi tempi, quando sono partiti numerosi cantieri per preparare le Olimpiadi del 2016. Altre città potrebbero seguire l’esempio, che a dire il vero la stessa Rio ha mutuato da Belo Horizonte, che aveva dichiarato giornate di festività durante la Confederations Cup della scorsa estate.
I conti delle feste obbligate
Il conto di queste scelte non è però indolore: secondo le stime, per i giorni di festa complessivamente indetti nel corso dell’anno l’economia di Rio subirà un contraccolpo da 5,5 miliardi di reais (circa 2,3 miliardi di dollari) o il 4 per cento del suo prodotto interno lordo annuale. Senza considerare le interruzioni all’attività lavorativa ad hoc per i mondiali, quest’anno il Brasile ha dichiarato 38 giorni di festa durante le settimane dell’anno, per una perdita stimata di 45,5 miliardi di reais. Quanto basta perchè l’economista carioca Jonathas Goulart ammetta che “in Brasile ci sono troppi giornni di vacanza”. L’amministrazione di Rio ha comunque garantito che alcune tipologie di servizi – da quelli di emergenza alla raccolta rifiuti, passando dal turismo e l’informazione – verranno comunque esentati dalla festività. Intanto, chi inizia a festeggiare sono i ragazzi delle scuole: come già avvenuto in Sudafrica, alcuni istituti hanno già deciso di cambiare il calendario delle lezioni. Di fronte al Mondiale, anche l’istruzione carioca s’inchina.