Il conto alla rovescia è partito, l’asta sarà fissata per la fine di aprile e il Bari Calcio vuole tornare a vivere come è giusto che sia. Dopo diversi giorni di silenzio sono tornati a parlare gli ormai ex storici proprietari del club pugliese, i Matarrese, per bocca di Salvatore, e il ds Guido Angelozzi, che tenterà di salvare dalla retrocessione i galletti per poi lasciare via libera alla nuova dirigenza. A Repubblica Salvatore Matarrese ha dichiarato che l’azienda di famiglia non è sull’orlo di una crisi di nervi, anzi il lavoro c’è e questo significa che dal punto di vista imprenditoriale i Matarrese ci sono.  “È la prova che siamo capaci, dal punto di vista imprenditoriale. Questo abbiamo detto alle banche: voi avete fiducia in noi? Se la risposta è sì, dateci credito”. Gli ex proprietari del Bari non si arrendono anche oggi che i libri sono stati deposti al tribunale di Bari nella sezione fallimentare. Parlando della famiglia Matarrese il presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi, vede la dipartita della storica famiglia di imprenditori come una boccata di ossigeno per una delle più importanti e storiche piazze calcistiche del Sud Italia. “Senza i Matarrese si è passati da 3/4 mila spettatori a 15/16 mila, ancora troppo pochi purtroppo per una società come il Bari. In uno stadio che ha una capacità di ben 55 mila posti“. Ma spezza comunque una lancia nei confronti della vecchia dirigenza: “Il cambiamento dell’amministrazione cittadina (a breve ci saranno le elezioni comunali, ndr) dovrà dare una scossa alla città, chi governerà dovrà impegnarsi fin da subito proseguendo il cammino iniziato dai suoi predecessori sia in Comune che nel club. Le promesse adesso devono essere chiare“.

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Una ricca eredità

“Spendere una cifra prossima ai 10 milioni di euro per acquisire il club pulito dai debiti va da se che è un colpaccio”, questa  è solo una parte dello sfogo del ds biancorosso Angelozzi, artefice degli ultimi miracoli baresi che hanno, purtroppo, solo allontanato un doloroso fallimento e permesso anche al Bari di rinascere dalle proprie ceneri. Oltre che al valore sportivo ed economico del club pugliese chi prenderà le redini del Bari acquisirà anche un plusvalore spesso sottovalutato della società pugliese il futuro dello stadio San Nicola. Qui entra in gioco il progetto B – Futura del presidente Andrea Abodi, di cui anche la città di Bari ne è parte integrante, una vera e propria attività di supporto con un’operazione di sistema che favorisca la riqualificazione e l’ammodernamento di stadi già esistenti o la realizzazione di nuovi impianti. Un progetto rivolto alle altre strutture di proprietà dei club, come i centri sportivi dedicati anche alle attività dei settori giovanili, un’operazione, quella della Lega Serie B, che parallelamente prosegue anche sul fronte istituzionale, attraverso la sensibilizzazione governativa e parlamentare per superare l’attuale incertezza legislativa. L’obiettivo della piattaforma di primo livello è, come detto, quello di aiutare le società ad affrontare il problema infrastrutturale, attraverso l’elaborazione di un modello fornendo certezze sul procedimento amministrativo, nel rapporto fra club ed enti locali, proponendo uno schema razionale, cioè dimensionato alla realtà, rispettoso dell’ambiente, tecnologicamente all’avanguardia e fondato su un business plan sostenibile e in grado di essere finanziato da risorse private. “Le potenzialità del San Nicola sono elevate – ha detto Abodi – ma ora è solo un’opera di gigantismo architettonico che non avrebbe senso di esistere. Come fare? Ad oggi nulla. Lo stadio è sotto tutela architettonica e ci vuole il benestare dell sovraintendenza delle belle arti per poterlo toccare”.

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Alberto Lattuada è nato a Milano e da sempre è appassionato di calcio e finanza. Ha scritto per diversi siti specializzati nel mondo del calcio e del forex. Dal novembre 2013 dedica anima e corpo allo sviluppo e alla crescita del portale CalcioeFinanza.it