Come nella Liga, i club della Serie A hanno basato il loro futuro economico sulla base dei diritti televisivi, pari a circa il 60% (e in alcuni casi fino al 70%) dei profitti di un club. Le squadre vivono in una strangolamento finanziario costante che impedisce loro di spendere generosamente come hanno fatto fino ad alcuni anni fa ed è per questo  motivo che spesso vedono fuggire le loro stelle. Così, mentre nel 2010-11 e 2011-12 la EPL ha speso 946.000.000 di euro per i sui giocatori, nelle ultime due stagioni il numero è sceso a 877.000.000.

Un cambiamento di rotta

I club italiani, parlando di stipendi, in questa stagione ha speso circa 912.000.000 di euro (comprensivi di bonus e premi), dati Gazzetta, con una riduzione del 14% rispetto allo scorso anno. I casi più recenti hanno visto il Milan dover vendere Ibrahimovic e Thiago Silva per essere in grado di far fronte ad entrambi i salari alti (sopra i 10 milioni di euro) e pur cercando di rafforzarsi e’ andata a pagare molto meno quest’anno (Balotelli ne ha uno inferiore ai 5 milioni di euro). Questo è stato un buco nero in Serie A, come nel 2004, quando le squadre spesero il 74% del loro reddito sui salari , mentre ad inizio millennio il tasso e’ stato del 90%. Una somma a dir poco incredibile.

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Alberto Lattuada è nato a Milano e da sempre è appassionato di calcio e finanza. Ha scritto per diversi siti specializzati nel mondo del calcio e del forex. Dal novembre 2013 dedica anima e corpo allo sviluppo e alla crescita del portale CalcioeFinanza.it