La UEFA ha pubblicato il suo sesto rapporto sulle licenze di benchmarking dei club in ambito europeo. Il rapporto è una revisione autorevole delle prestazioni e delle posizioni finanziarie di 700 club e si presenta come una misurazione del fair play finanziario introdotte dalla UEFA per stabilizzare la gestione finanziaria dei club, che stanno cominciano a prendere pieno effetto.
La relazione completa del report “Licensed to Thrill”, rilasciata lo scorso autunno, ha offerto 100 pagine di analisi sul calcio europeo e ora è disponibile in inglese, mentre sarà presto disponibile anche in altre tre lingue, francese, tedesco e russo.
Per la prima volta, il rapporto include l’analisi dei flussi di cassa e presenta anche tra le altre cose: una revisione triennale che ha sottolineato ben 1.700 cambi di Head Coach, un’analisi delle strutture di concorrenza sul mercato interno, una revisione delle attività di trasferimento basata su cinque anni, l’analisi sulle provvigioni degli agenti e dei contratti dei giocatori, l’evoluzione dei salari e dei ricavi dei club per più di 50 paesi di cinque anni e le tendenze di presenza e delle ricerche di mercato sui livelli di tifoseria di tutta Europa.
“Questo rapporto è unico – ha affermato il Segretario Generale UEFA Gianni Infantino nella prefazione – “e mette in evidenza sia l’enorme popolarità del calcio europeo che le sfide e le pressioni che questo comporta. Con il 77% degli adulti europei interessati nel calcio e la presenze di oltre 163 milioni nelle partite di campionato della scorsa stagione, la relazione sottolinea appieno quanto il calcio voglia dire per tante persone e la tremenda responsabilità che ricade sul governo del calcio e sulle parti interessate allo stesso modo per assicurarsi che il gioco rimanga sano”.
Cifre incoraggianti
La relazione dà segnali positivi riguardo il fair play finanziario che sta avendo un impatto sul paesaggio dei club del calcio europeo; i dati analizzati mostrano che i proprietari di quasi 700 club hanno impegnato direttamente i loro soldi nell’economia del calcio, piuttosto che prestarli, e che le perdite sono scese di circa 600 milioni di euro rispetto ai due anni precedenti. “Anche se queste cifre sono incoraggianti”, dice Gianni Infantino, “c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre ulteriormente queste perdite”.
Le cifre chiave incluse nel rapporto dicono che i ricavi dei club europei sono aumentati del 42% tra il 2007 e il 2012, ma sono ancora superate dagli stipendi dei club europei, che sono aumentati del 59% nello stesso periodo in un arco di cinque anni. Parlando delle tasse e delle spese totali di trasferimento effettuate negli ultimi anni nella costruzione delle squadre top europee, esse hanno raggiunto una cifra di 10,9 miliardi di euro, mentre la commissione media degli agenti relativa alla percentuale delle indennità di trasferimento pagate dai club che giocano nelle competizioni UEFA è del 12,6%. La relazione evidenzia anche la precarietà dei posti di lavoro degli allenatori nei club europei, che hanno cambiato il loro capo allenatore in media 2,7 volte nel corso del triennio tra il 2011 e il 2013. Mentre i club in alcuni paesi del nord Europa hanno cambiato meno di una volta, in media, nel corso di questo periodo, a differenza di altri club in diverse parti dei Balcani e della Grecia, che in media hanno cambiato il loro allenatore più di cinque volte in tre anni.
Meno licenze Uefa
Durante l’ultimo ciclo di licenze, sette squadre che si erano qualificate per la UEFA Champions League o per la UEFA Europa League sul campo sono state respinte nella concessione di licenze per motivi legati al fair play finanziario; in totale a 44 squadre è stata rifiutata l’ammissione per tali motivi nel corso di un periodo lungo dieci anni.
Il miglioramento complessivo di 600 milioni nei bilanci dei club europei danno luogo ad ottimismo per il futuro, tuttavia Gianni Infantino insiste sul fatto che il duro lavoro per salvaguardare il futuro del calcio europeo non deve mai abbassare la guardia. “Tutte le persone coinvolte nel mondo del calcio vogliono vincere”, dice, “ma quando guardiamo gli ultimi tre anni delle squadre di calcio e vediamo quasi 2000 cambi di allenatore con perdite del club combinate fino a raggiungere più di 4 miliardi, è chiaro che la famiglia del calcio ha bisogno di più stabilità, pensando meno al breve termine e puntando di più verso una migliore sostenibilità finanziaria. A questo proposito la UEFA sta fornendo la leadership per proteggere il calcio europeo dall’avidità, dalle spese sconsiderate e addirittura dalla follia finanziaria. È solo attraverso il buon governo che saremo in grado di proteggere il calcio europeo sul lungo termine, garantendo che i club vivano con entrate proprie ed in maniera sostenibile”.