Saras chiude il primo trimestre del 2014 con una perdita (risultato netto reported) di 51,7 mln, in calo rispetto al risultato negativo per 1,8 mln conseguito nel primo trimestre 2013. Gira in negativo l’Ebitda, che nel 2013 era di 54,4 mln di euro e ora segna -17 mln. Aumentano i ricavi, pari a 2.758 mln di euro (+3%). Il risultato dell’Ebitda e dell’utile è «quasi interamente ascrivibile al segmento raffinazione che, nel primo trimestre 2014, ha fronteggiato un contesto di mercato molto depresso, realizzando un margine operativo inferiore rispetto al primo trimestre 2013». Secondo Gian Marco Moratti, «la raffinazione in Europa incontra difficoltà crescenti legate all’intensificarsi della competizione internazionale, all’eccesso di capacità produttiva, ed alla debolezza dei consumi. Auspichiamo – dice – che le Autorità Comunitarie prendano finalmente piena coscienza dell’erosione di competitività di un settore assolutamente strategico, riequilibrando l’attuale situazione distonica». Saras continua «con determinazione i propri programmi di miglioramento commerciale ed industriale, rafforzandoli ulteriormente con l’obbiettivo di rimanere tra i primi operatori del settore, anche grazie alla propria solidità patrimoniale e finanziaria».
Una delle cause dell’addio di Moratti
Continua dunque il periodo difficile per la società di raffinazione petrolifera controllata da Massimo e dal fratello Gian Marco Moratti che aveva infatti già chiuso il 2013 con una perdita netta cresciuta fino a 271,1 milioni di euro rispetto ai 90,1 milioni nel 2012. Una situazione che più di tanti discorsi spiegò le ragioni per cui Moratti non poteva più restare proprietario dell’Inter, un club che ha sempre registrato perdite superiore ai 70 milioni nelle ultime stagioni. Insomma, senza più una società alle spalle che produce utili, sarebbe stato sempre più complicato per Moratti continuare a sostenere il club nerazzurro, anche se il petroliere continua a rappresentarne il secondo socio con una quiota del 30% del capitale.