siviglia europa leagueVince il Siviglia ai calci di rigore, 4-2: è sua l’Europa League giocata allo ‘Juventus Stadium’. Ed è l’ennesimo psicodramma per il Benfica. Per gli spagnoli è la terza dopo quelle vinte nel 2006 e 2007 e raggiunge tra le primatiste della coppa (Uefa-Europa League) Juventus, Inter e Liverpool. Gli andalusi sono infallibili dal dischetto, mentre sui lusitani piombano come un macigno la stanchezza e la paura di perdere ancora una finale, la nona nelle ultime nove giocate (8 europee più una Intercontinentale).

Maledizione senza fine per il Benfica, anche nell’anno in cui di più avrebbero voluto vincere per dedicare il successo ad Eusebio, il loro grande campione del passato morto da pochi mesi. Ma questa volta la maledizione si chiama Beto, il portiere – ironia della sorte – portoghese di Lisbona che para tutto nei 120′ e poi due rigori peraltro calciati male, con mola paura, da Cardozo e Rodrigo.

La partita, brutta come riescono ad esserlo certe finali, accresce il rimpianto della Juventus che, in una serata normale, anche se l’Europa da anni le è un pò indigesta, avrebbe probabilmente trovato lo straccio di un gol prima del 90′. Invece, il trofeo se lo sono giocati, con agonismo che è diventato frenesia, Siviglia e Benfica. Tre assenze importanti tra i campioni del Portogallo, gli squalificati Perez, cerniera di centrocampo, Markovic e Salvio. Ma il ruolo di favorito, maledizione Guttman a parte, era ancora suo. Ed il campo ha dimostrato che, sul piano del gioco e della tecnica, le differenze sono a favore delle Aquile di Lisbona.

Ma fare gol è riuscito terribilmente difficile alla squadra guidata da Jorge Jesus. Non è uno vero spot per il calcio: poca tecnica, tanti calci, qualche entrata al limite, tre ammoniti (due nel Siviglia), ma l’arbitro tedesco Brych non vuole calcare la mano. La prima parata degna di questo nome arriva quando è già scoccato il minuto 37: Alberto Moreno, difensore del Siviglia, cerca l’angolino, ma il tiro ad effetto non gli riesce un granchè ed Oblak blocca. Ed era stato il Siviglia il più pericolo: provvidenziale nei primi minuti un doppio salvataggio di Guilherme Siqueira, difensore brasiliano ex Udinese. Qualche segno di risveglio del Benfica alla fine dei primi 45′: Beto riscatta un errore precedente: prima blocca Maxi Pereira, imbeccato da Gaitan, poi respinge un destro di Rodrigo.

All’ultima azione i portoghesi reclamano un rigore per un presunto fallo di Fazio in scivolata sull’argentino Gaitan. Il Benfica sembra volere dare una svolta, ma procede a folate, come d’altronde il Siviglia. Nell’ultima parte del secondo tempo, il Benfica sembra davvero vicino alla fine della sua maledizione. Ma Lima, l’uomo che in pratica aveva condannato la Juventus col il gol del 2-1 alo stadio Da Luz, questa sera non trova mai il guizzo vincente. E quando il colpo sembra riuscirgli, ci pensa Beto, che alza in angolo. Poi tira alto Garay e fino al ’92 la pressione dei lusitani è sterile. Si va ai supplementari: la prima palla-gol è del Siviglia: lancio al volo in contropiede di Rakitic ma il colombiano Bacca, sull’uscita di Oblak, ha la mira troppo alta. Nell’ultimo overtime Gameiro tira sull’esterno della rete. Al 120′ Rakitic pesca Gameiro ma il sinistro del francese è bloccato da Oblak. Inevitabili i calci di rigore, dove la spunta il Siviglia.

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