Servirà ancora una notte d’attesa per sapere se il Parma giocherà in Europa il prossimo anno. All’Alta Corte, infatti, non sono bastati 40′ di camera di consiglio per prendere una decisione. Eppure, il presidente Franco Frattini, al termine di 90′ d’udienza relativa al ricorso del club emiliano contro la mancata concessione della licenza Uefa, aveva annunciato per stasera l’uscita della sentenza. «Abbiamo già un’idea», dice comunque Frattini uscendo dall’aula allestita presso il Coni. Permarrebbero però alcuni dubbi fiscali che i giudici scioglieranno in serata: il Parma doveva pagare i 300mila euro di Irpef per i propri tesserati entro il 31 marzo o no? La Commissione di 1/o e 2/o grado della Figc ha già bocciato la linea difensiva dei Ducali che, oltre ai legali Carlo Longari e Silvia Morescanti, oggi sono arrivati a Roma con il presidente Tommaso Ghirardi e l’ad Pietro Leonardi. E proprio il patron ha rivolto un accorato appello alla corte. «Io non ho conoscenza dell’argomento ma siamo al Coni, nella casa dello sport e pretendo venga fatta giustizia nello sport – le sue parole, che non nascondevano l’emozione. È un mese che ascolto avvocati, leggo giornali che scrivono che io non ho pagato, io non so cosa dire alla mia famiglia. Io ho pagato in ritardo? Sto spendendo decine di milioni da sette anni per un’opera sociale e sportiva. Sono andato in una città civile, che da due anni vince il fair play per il miglior pubblico italiano, se fossimo in un’altra piazza avremmo qui fuori 5mila persone. Oggi non c’è nessuno perchè rispettiamo lo sport e vogliamo che lo sport faccia giustizia». «Stiamo parlando di 300mila euro su 15 milioni pagati – aggiunge -. Ho pagato 13 milioni di euro per questa benedetta licenza Uefa, e domani pagherò altri 10 milioni perchè il Parma ha sempre onorato tutto e non è mai stato sanzionato in 7 anni di mia gestione. Confido che chi ha meritato sul campo da gioco dopo un campionato difficile, una realtà di provincia che rinasce dopo il più grande crack della nostra nazione e forse d’Europa, deve avere rispetto».
L’interessamento del Toro
In ballo ci sono due date: il 31 marzo e il 30 aprile. La difesa dei gialloblù ha puntato sul fatto che la perentorietà di tali scadenze non era poi così chiare. Massimo Ranieri, avvocato del Toro, club interessato in caso di esclusione degli emiliani, ha replicato che nel Manuale delle Licenze Uefa tale perentorietà è evidente nella data del 30 aprile e anche in questo caso il Parma non l’ha rispettata effettuando il pagamento il 16 maggio. Luigi Medugno e Letizia Mazzitelli, legali della Federcalcio, hanno invece ricordato il rigore della normativa e che il Manuale Uefa è sovranazionale e che quindi la Figc deve darne applicazione e verificare i requisiti delle società entro una determinata scadenza. «Mi meraviglio del Torino, ho ricevuto la telefonata da mio grande amico Urbano Cairo che mi ha fatto i complimenti per aver vinto sul campo l’Europa League – rileva Ghirardi -, credo che lo stesso Cairo non sia d’accordo a dover partecipare a questa coppa perchè lo sport è un gioco. È il giuoco del calcio».«Capiamo e rispettiamo la sua emozione – lo rassicura Frattini-, la legge ci chiama ad applicare delle regole che con l’emozione purtroppo, qualche volta, possono non coincidere. Ma garantisco che le applicheremo nel modo più equo». Serve però ancora rifletterci su.