“Non voglio entrare nel merito della situazione che interessa le trattative tra gli americani ed il Cagliari calcio, poichè sono accordi tra privati, ma quando si parla anche di stadio S. Elia sarebbe quantomeno opportuno interessare anche il Consiglio comunale, non foss’altro perchè lo stadio è un bene pubblico, dell’intera città”. Lo afferma il consigliere regionale della Sardegna e del comune capoluogo, Edoardo Tocco (Fi), in merito al futuro del Cagliari calcio e soprattutto dello stadio dove il club rossoblù dovrà giocare il prossimo campionato. “Quindi non sarebbe male che il signor Silvestrone venisse in Consiglio comunale a spiegare le proprie intenzioni riguardo lo stadio, o quantomeno illustrare al consiglio che rappresenta, in quanto eletto dal popolo, la città di Cagliari. Io -conclude Tocco- che per anni ho combattuto questo problema mi rendo conto che è interesse di tutti conoscere e valutare il futuro del S. Elia”.

La spada di Damocle del Sant’Elia

Lapolitica è in apprensione per le sorti dello stadio rossoblù. Solo poche settimane fa Calcio&Finanza aveva parlato con Paolo Truzzu, consigliere della Regione Sardegna ed appartenente a Fratelli d’Italia, che più da tifoso rossoblù che da rappresentante delle istituzioni aveva dichiarato: ”Un modello potrebbe essere quello di Udine, che nacque a partire da una gara d’appalto a carattere europeo e che vide, poi, come unico partecipante il club friulano”. Lo stadio è del Comune e grava sul suo bilancio, secondo Truzzu non si può quindi optare per l’affidamento diretto a Silvestrone, non è normativamente possibile. L’appalto è pubblico ed è imprescindibile che per dare vita al nuovo Sant’Elia ci vogliano delle gare pubbliche, che potrebbero far rischiare molto, date le tempistiche, in vista dell’iscrizione al prossimo campionato di calcio. “La deroga è da escludere, non si può giocare in A con 5.000 spettatori, l’unica possibilità è Is Arenas, più funzionale dell’attuale Sant’Elia”. I tempi per il Cagliari si stringono ancor di più e tutto il popolo rossoblù spera che sul club possa tornare il sereno per affrontare nel migliore dei modi la prossima stagione. “Lo stadio è un bene della collettività che grazie ai suoi servizi può dare lavoro a molte persone, mentre ora è un rudere che costa 300.000 euro all’anno”.

 

 

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Alberto Lattuada è nato a Milano e da sempre è appassionato di calcio e finanza. Ha scritto per diversi siti specializzati nel mondo del calcio e del forex. Dal novembre 2013 dedica anima e corpo allo sviluppo e alla crescita del portale CalcioeFinanza.it