La Fiorentina ha chiuso l’esercizio al 31 dicembre 2013 con un risultato netto positivo per 1,44 milioni di euro, dopo l’utile di 1,16 milioni conseguito nel 2012. Il club viola, controllato da Diego e Andrea Della Valle attraverso la società in accomandita Diego Della Valle & C., è riuscito dunque a raggiungere quell’obiettivo di coniugare bilanci in salute e prestazioni sportive di un certo livello che era stato posto dalla proprietà nelle passate stagioni. Il quarto posto nell’ultimo campionato di Serie A e la finale di Coppa Italia, persa con il Napoli nella finale di Roma, magari non avranno soddisfatto appieno i tifosi della Fiorentina, che puntavano almeno a vincere un titolo o centrare la qualificazione in Champions League, ma sono comunque stati raggiunti a fronte di una capacità di spesa di gran lunga inferiore rispetto ad altri club di Serie A.
Nonostante gli sforzi intrapresi dalla dirigenza del club per aumentare i ricavi, la Fiorentina ha chiuso l’esercizio 2013 con un fatturato, al netto delle plusvalenze sulla cessione dei calciatori, di soli 83 milioni. Una soglia che pone il club gigliato al settimo posto tra i grandi club di Serie A con una distanza ancora abissale rispetto ai grandi club del Nord come Juventus, Milan e Inter. Questo non ha comunque impedito alla Fiorentina, grazie all’abilità del direttore sportivo Daniele Pradè, di allestire alla vigilia della scorsa stagione una squadra competitiva, facendo leva sulle plusvalenze realizzate grazie alle cessioni di Stevan Jovetic al Manchester City (22 milioni di capital gain) e di Adem Ljaijc alla Roma (altri 9,6 milioni), riuscendo così a fare meglio sia dell’Inter sia del Milan. Non per nulla il vicepresidente e amministratore delegato rossonero Barbara Berlusconi ha più volte indicato proprio nella Fiorentina uno dei modelli virtuosi cui il Milan dovrebbe ispirarsi negli anni a venire.
Ma quello dei viola è davvero un modello sostenibile nel medio-lungo periodo? Ma soprattutto è applicabile a club come Milan e Inter, che per blasone, storia e numero di tifosi, sono condannati a vincere molto più della Fiorentina?
La risposta non è scontata, visto che i risultati dell’ultima stagione hanno dato ragione alla dirigenza viola che, come visto, ha saputo coniugare equilibrio di bilancio (la Fiorentina è uno dei pochi club italiani in linea con i requisiti del Fair Play Finanziario) a un risultato sul campo senza dubbio più brillante (anche in termini di gioco) di quello di altri club più ricchi.
Tuttavia, solo il risultato positivo del player trading (il calciomercato) ha impedito alla Fiorentina di chiudere il bilancio in rosso. I ricavi della gestione caratteristica non sono infatti in grado di coprire i costi operativi (circa 88 milioni, di cui 55 milioni per il personale tesserato) e gli ammortamenti dei diritti alle prestazioni sportive dei giocatori (31 milioni), che appaiono comunque inferiori a quelli degli altri top club della Serie A. Senza plusvalenze, dunque, lo squilibrio tra ricavi e costi sarebbe importante, nell’ordine di 30-35 milioni a stagione.
Ecco perché, numeri alla mano, appare difficile immaginare che la Fiorentina decida di non privarsi di qualche pezzo pregiato dell’attuale rosa. Ovviamente l’indiziato numero uno è il colombiano Juan Cuadrado, che nelle settimane scorse è stato acquistato al 100% dalla società viola per circa 15 milioni, nei confronti del quale c’è l’interesse del Barcellona e di altri grandi club europei.
Grandi alternative al ricorso al player trading non se ne vedono, considerato che, per ragioni strutturali, i ricavi della Fiorentina non cresceranno, almeno nel breve periodo, in misura sufficiente a coprire costi operativi e ammortamenti. L’unica soluzione per non fare ricorso alla leva del mercato in uscita passa dunque esclusivamente per il portafoglio dell’azionista di riferimento. In altre parole Diego e Andrea Della Valle, che nel 2010 hanno versato nelle casse della società 85 milioni in conto futuro aumento di capitale, dovrebbero farsi nuovamente carico l’eventuale perdita derivante dallo sbilancio tra ricavi e costi. Ma è una soluzione che, non solo per le regole del Fair Play Finanziario, appare ormai anacronistica. Non per niente i Della Valle sembrano puntare forte sullo stadio di proprietà, che se mai dovesse essere realizzato, potrebbe consentire alla Fiorentina di aumentare il proprio giro d’affari.