Al Manchester United, dopo il flop di David Moyes, costato al club circa 50 milioni di sterline per la mancata partecipazione all’edizione 2014/15 della Champions League, è stato presentato ieri il nuovo allenatore: l’olandese Louis Van Gaal. Allo United infatti, che ha patito oltre le previsioni l’addio del suo allenatore più vincente, Alex Ferguson, serviva, dopo il fallimento dell’ex tecnico dell’Everton, un uomo forte, possibilmente accentratore come lo era ai suoi tempi (e a suo modo) Sir Alex: chi dunque meglio di Van Gaal nel ruolo?

Al tecnico ex Ajax e Barcellona spetterà dunque l’onere di rilanciare un club finito sportivamente in disgrazia nell’ultimo campionato inglese: un anonimo settimo posto buono ad estromettere i Rossi da ogni competizione europea, e che ha spinto lo stesso Van Gaal a definirlo come “un club che deve ritrovare la sua grandezza”.

Insomma, servirà un lavoro di ristrutturazione, a 360 gradi. Partendo innanzitutto dalla formazione della prossima rosa, visti i possibili, e numerosi, addii di quei giocatori che LVG non considera funzionali al suo progetto e alla sua filosofia. Tra i quali spiccano diversi nomi eccellenti, come quello dell’attaccante messicano Javier Hernandez, che, a meno di clamorose sorprese, farà le valige probabilmente verso l’Italia (Inter?). Poi partirà la campagna acquisti fatta probabilmente di grandi nomi (Arturo Vidal, Wesley Sneijder), già avviata però, con largo anticipo, con gli acquisti dei giovanissimi Ander Herrera e Luke Shaw (totale complessivo di 58 milioni di sterline) sui quali Van Gaal punterà forte sin da subito.

Il primo, centrocampista ventiduenne ex Athletic Bilbao, arriva con ottime credenziali e si propone di essere il futuro pilastro del centrocampo dei Red Devils, dopo due splendide annate giocate in Liga con la maglia biancorossa. Costo dell’operazione: 36 milioni di euro. Il secondo invece, è un terzino sinistro di soli 19 anni, da due titolare al Southampton e presente anche ai Mondiali di Brasile 2014 con la selezione guidata da Roy Hodgson. Di lui, in Inghilterra, si parla benissimo, tanto da essere considerato il migliori prodotto del calcio britannico degli ultimi anni.

Una scelta non casuale dunque, per tutta una serie di fattori, quella di affidare a Van Gaal un compito così delicato. Detto del carisma e delle necessità di portare ad Old Trafford un personaggio che sappia tenere in pugno ambiente e spogliatoio, la capacità di lavorare, e di valorizzare, i giovani è stato un altro punto a favore, forse decisivo, per orientare una scelta che allo United non potevano più sbagliare. Doti scritte nel Dna di un allenatore da sempre innovativo e coraggioso, lui che fu artefice del rilancio europeo dell’Ajax agli inizi degli anni ’90, con un nugolo di canterani poi diventati ben presto campioni. Per spiegare meglio il concetto LVG ha portato ad esempio la storia di Clarence Seedorf, lanciato ai tempi dell’Ajax ad appena 16 anni, perché “più pronto e maturo di uno di 30”. Per questo tutto lascia intendere che anche per il giovanissimo Adnan Januzaj ci sarà tempo e modo di mettersi in mostra, così come David De Gea rimarrà nel suo ruolo di portiere titolare.

Per comprendere a fondo il personaggio, si dice che LVG poi abbia voluto, e ottenuto, il rifacimento del campo di allenamento, con barriere atte ad impedire ad occhi indiscreti di assistere alle sue sedute di allenamento. Convinto ciecamente delle sue idee, tanto da dichiarare che “il mio leader è il sistema di gioco a cui obbedire in ogni circostanza“, l’olandese proprio ieri ha detto che la scelta dei suoi fedelissimi avverrà senza tralasciare nulla, soprattutto considerando “l’uomo” e dunque il profilo comportamentale di ciascun giocatore.

E poi ci sarà la scelta forse più difficile, perlomeno all’inizio, e cioè quella di indicare il nuovo capitano della squadra: una partita a due tra Wayne Rooney e Robin Van Persie, che si giocano l’ambita fascia entrambi con diverse possibilità, e per motivi differenti, di prendere il posto di Nemanja Vidic, ora all’Inter. L’avventura di Van Gaal è dunque partita in sordina ma, come sempre è stato capace di fare, assisteremo a grosse trasformazioni, e sorprese, in corso d’opera.

Fabio Colosimo

PrecedenteReal Madrid, Ancelotti ostacola ancora l’addio di Di Maria
SuccessivoJuventus, Morata: “Bianconeri la prima scelta e non penso alla recompra del Real”
Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.