La formula relativa alla fase finale della Coppa del Mondo è perfetta così come è, con 32 squadre. Non serve nessun ampliamento di partecipanti e dunque un cambio di formula. A dirlo è il presidente della Fifa, Joseph Blatter che, nel suo consueto messaggio inserito all’interno del magazine settimanale della Fifa, dopo aver ricordato le modifiche introdotte nel 1982 in Spagna (fase finale con 24 squadre invece di 16) e nel 1998 in Francia (da 24 a 32 partecipanti), ha quindi sottolineato che «un limite è stato raggiunto, in quanto un’ulteriore aumento richiederebbe un torneo più lungo».

Insomma, per il n.1 del calcio mondiale, 32 squadre sono «garanzia di standard elevati e competitività». Il progetto di arrivare a 40 nazionali, sposato dal presidente dell’Uefa, Michel Platini, sembra quindi tramontare definitivamente. Secondo lo svizzero, infatti, il mondiale di Brasile 2014 è la dimostrazione del fatto che il format del torneo non deve essere cambiato. «È comprensibile che alcune confederazioni stiano facendo appello per un ampliamento del campo» partecipanti, ma «sarebbe il percorso sbagliato perchè se un prodotto è già di alta qualità non deve essere modificato».

«Potremo tornare successivamente sulla possibilità di rivalutare il numero dei posti assegnati a ciascuna confederazione» aggiunge però Blatter, in relazione allo squilibrio, in passato già evidenziato, di partecipanti alla fase finale dei Mondiali a favore dell’Europa rispetto al numero di nazionali provenienti da Africa e Asia.

Infine, il presidente della Fifa ha sottolineato che «fondamentalmente la visione della Coppa del Mondo non deve essere limitata esclusivamente alla fase finale. Le qualificazioni rimangono il fondamento, con 820 partite che offrono ad ogni associazione la possibilità di dimostrare il valore delle loro squadre garantendo azione e divertimento. Ma il valore in qualifica si manterrà solamente se confermiamo l’attuale format. Trentadue rimane il ‘golden number’ per le finali del Mondiale».

Fabio Colosimo

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.