Jordi Cases, socio del Barcellona e parte querelante dell’ex presidente Rosell, a TV3 ha confermato di aver presentato all’Alta Corte la documentazione necessaria per ampliare la causa per presunta“appropriazione indebita”, nel caso-Neymar, anche per l’attuale presidente del Barça Josep Maria Bartomeu, e per il Vice presidente economico, Javier Faus.
Ora, sarà il giudice Pablo Ruiz che drovrà decidere se questi due dirigenti saranno accusati e dunque imputati nel processo. Una settimana fa, è bene ricordarlo, Sandro Rosell è apparso in tribunale accompagnato da Antoni Rossich, direttore generale del club. Intanto, parlando alla televisione catalana, l’avvocato di Cases, Felipe Izquierdo, ha spiegato che i motivi che hanno indotto a presentare questa nuova domanda è perché “Rosell, Bartomeu e Faus sono coloro che assumono le potenziali quantità economiche sotto forma di ammende o sanzioni risultante dalla sentenza definitiva. “
In questo senso, Cases ha detto ad As che” stiamo personalizzando la questione e non che sia il Barcellona ad essere condannato ma chi ha commesso il reato. E ‘un tentativo di proteggere il club come istituzione e di penalizzare coloro che hanno fatto cattiva gestione nel caso in cui il giudice accerta che ci sia stato un crimine “. Izquierdo ha aggiunto che la sua azione intende inoltre chiarire la causa dei tre contratti di scouting, ricerca di sponsor e la compensazione firmati con il padre del calciatore che, secondo il consiglio, sono “inesistenti o quanto meno inutili.“
Intanto Faus, in merito al presunto coinvolgimento nell’affare Neymar ha dichiarato di “sentirsi tranquillo, in quanto le dichiarazioni di Rosell, di Rossich e del revisore della società Deloitte sono chiare”. Ha dichiarato poi che, oltre ai 13,5 milioni di euro già versati al Fisco, il club ha accantonato altri 8,8 milioni per l’eventuale condanna.
Bartomeu invece ha dichiarato che “se il giudice dovesse stabilire l’imputazione, non ci saranno le mie dimissioni. Un’imputazione non significa altro che andare a dichiarare quando ti tocca, questo non mi preoccupa. Non ci saranno né dimissioni né nuove elezioni”.
Fabio Colosimo