L’acquisto di Angelo Ogbonna dal Torino per 13 milioni di euro nella sessione estiva del calciomercato 2013/14 forse non è stata un grande affare per la Juventus, visto che il giovane difensore, oltre a non aver trovato grandi spazi sotto la gestione di Antonio Conte, non sembra nemmeno rientrare nei piani del nuovo allenatore Massimiliano Allegri, tanto che, secondo quanto riportato oggi da Tutto Sport, si starebbe valutando la possibilità di una sua cessione al Valencia. Chi sicuramente ha fatto un affare dall’operazione Ogbonna è stato invece il Torino e il suo presidente Urbano Cairo.
Proprio grazie alla cessione del 26enne difensore la società granata è riuscita a chiudere l’esercizio al 31 dicembre 2013 con un utile di 1,07 milioni. Secondo quanto riportato nel bilancio del Torino, consultato da Calcio&Finanza, la società presieduta da Cairo ha chiuso l’ultimo esercizio con ricavi in crescita a 50,86 da 31,26 milioni, principalmente per via dei maggiori proventi da diritti tv (passati da 15,8 a 34,8 milioni) per il fatto che l’esercizio 2012 comprendeva solo il girone d’andata del campionato 2012/13 (nel 2011/12 il Toro era in Serie B).
Ma il balzo dei ricavi non sarebbe comunque stato sufficiente a compensare i costi di gestione (-44,4 milioni) e gli ammortamenti dei cartellini dei giocatori (-12,6 milioni). La differenza tra costi e ricavi, sommata al risultato della gestione finanziaria, negativo per 3,8 milioni, avrebbe infatti comportato un rosso di circa 10 milioni, pressoché in linea con quello dell’esercizio 2012, chiuso senza impatti positivi dal player trading.
Grazie alla cessione di Ogbonna, invece, il Toro ha potuto registrare nel bilancio 2013 una plusvalenza di 13 milioni di euro, che ha contribuito a compensare il peso di costi e ammortamenti consentendo alla società granata di chiudere l’esercizio con un utile seppur risicato. Proprio questo risultato positivo, che non è stato distribuito all’azionista, ma è andato invece a rafforzare il patrimonio netto della società ha consentito a Cairo di evitare, per il secondo anno consecutivo, di dover mettere mano al portafoglio per ricostituire il patrimonio del club eroso dalla perdite.
Al 31 dicembre 2013 il patrimonio netto del Torino era pari a 1,83 milioni, in crescita rispetto ai 759mila euro del 31 dicembre 2012. Il Totale dell’attivo, pari a 62,56 milioni (di cui 22,11 milioni fanno riferimento al valore di bilancio della rosa) è finanziato per la restante parte attraverso il debito. Tuttavia, a differenza di altre società calcio il Toro non è gravato da debiti nei confronti delle banche, ma è invece esposto solo verso fornitori (6,15 milioni) e altre società di calcio (circa 25 milioni) per operazioni di mercato concluse ma non ancora saldate, cui fanno fronte però crediti di pari natura per 11,3 milioni. Il restante debito, pari a 3,29 milioni, è invece nei confronti della controllante UT Communications, che fa capo allo stesso Cairo.