«Il talento si deve mettere a disposizione della squadra e la squadra deve poi esaltare il talento. Una cosa che voglio riportare in azzurro è la fibrillazione per la chiamata in Nazionale. Tutti mi devono dimostrare di voler vestire la maglia azzurra: meglio avere 25 giocatori che vogliono dimostrare il loro valore, ma magari più scarsi, ad elementi che credo che la chiamata sia scontata: a prescindere non verrà convocato nessuno». Questa la filosofia che Antonio Conte vuole vedere nella sua Nazionale.
«Da oggi tutti possono ricevere la convocazione ma bisogna meritarsela, ha spiegato l’ex tecnico bianconero. “Voglio vedere lo spirito che ha sempre caratterizzato le mie squadre, il mio marchio di fabbrica. La cosa più importante oggi è riuscire a trovare delle certezze alla squadra, c’è poco tempo per inventarsi le cose». «Prandelli ha fatto un lavoro importante culminato nell’approdo alla finale degli Europei con la Spagna, quella è la strada da seguire, quella era la nazionale che aveva voglia di conquistare e dimostrare ha sottolineato Conte. Dobbiamo lavorare sul gruppo. Se ci riusciamo colmeremo il gap con le altre grandi nazionali in maniera più veloce. Giovani o meno l’importante è che siano giocatori bravi e corrano facendo quanto gli chiedo»
La Nazionale è una sfida intrigante in un momento non semplice ma a me piace la sfida. Il presidente mi ha dato passione e voglia. Noi condannati a vincere? La vittoria è una dolce condanna, io vivo per la vittoria. Sapete bene che differenza c’è per me fra vincere e perdere.
«I giocatori sono quelli che hanno affrontato il Mondiale ma sono convinto che siano buoni elementi, bisogna farli diventare una squadra. In questo modo il gap tecnico può ridursi. Sono convinto che possiamo risollevarci perché l’Italia deve stare nei primi posti al mondo ha fato notare il tecnico.
Il selezionatore spesso, avendo poco tempo, si affida a blocchi di squadre. È stato così per la Spagna con Barca e Real e poi la Germania col blocco Bayern. Io dovrò individuare un blocco storico che è quello juventino, su cui lavorare con le mie idee. Dovrò esser bravo a lavorare con quei 10 giorni al mese, per me è una grande sfida far capire col poco tempo a disposizione le mie idee