«Ho dei contatti con il governo per quanto riguarda gli extracomunitari che devono avere un certo curriculum per giocare in Italia, così come c’è una legge in Inghilterra. Sui comunitari è più difficile per il discorso della libera circolazione dei lavoratori. Potremmo fare altre cose, come ridurre le rose, per favorire un maggior utilizzo degli italiani. Abbiamo allo studio le riforme in un discorso da fare con la Serie A che detiene il monopolio di queste situazioni. La Federazione intende adoperarsi».

Lo ha detto il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, in merito all’eccessiva presenza dei calciatori stranieri nei nostri campionati, dove l’Italia è al secondo posto dopo l’Inghilterra in Europa, mentre è all’ultimo per l’utilizzo di giovani provenienti dal vivaio. «Ci sono molti temi per costruire un sistema nuovo. In Italia c’è un bacino di 700mila giovani sotto i 18 anni -sottolinea il numero uno del calcio italiano ai microfoni di Radio Onda Libera-. Per mostrarli e farli conoscere bisogna fare i centri federali che hanno una diramazione territoriale nelle province e poi nelle regioni.

“L’incontro dei migliori giovani nelle singole regioni sarebbe una vetrina per il calcio professionistico che, con un pò di testa e d’intuizione, saprebbe dove andare a pescare invece che sempre all’estero. È un’esigenza di costi, di bilanci che vedo sempre più drammatici. La Federazione dovrà andare anche nelle scuole per creare, come hanno fatto gli inglesi con i college, delle squadre negli istituti scolastici che possano partecipare a dei campionati» ha poi sottolineato il presidente della Federazione.

Tavecchio ha anche parlato dell’annoso problema dei nostri stadi, sempre più obsoleti. «Servono sinergie tra governo, enti locali e società. Servono operazioni in sintonia e non andare ciascuno per conto proprio. Se ognuno fa da solo, non si va da nessuna parte. Oggi le speculazioni edilizie non danno più risultati tra il mercato fermo e la crisi del settore».

Fabio Colosimo

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.