Troppo presto per cantare vittoria. Alle affermazioni del presidente dell’Uefa, Michel Platini, che nel corso dell’assemblea dell’Eca, tenutasi ieri a Ginevra, ha tessuto le lodi del regolamento sul Fair Play Finanziario e dei suoi effetti positivi sui bilanci dei club, hanno fatto eco quelle del presidente del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge, che è anche il numero uno dell’associazione europea dei club e ne rappresenta l’ala più intransigente in termini di rigore di bilancio.
«Non dobbiamo pensare che le finanze del club siano ora in perfetto ordine», ha sottolineato Rummenigge dopo che Platini aveva fatto notare che dall’introduzione del regolamento «le perdite dei club professionistici europei sono scese da 1,7 miliardi a 800 milioni di euro in due stagioni» con un calo superiore al 50% due anni. Secondo il presidente del Bayern, il Fair play finanziario ha realmente funzionato solo quando i club iscritti alle competizioni dell’Uefa raggiungeranno il pareggio di bilancio per diversi anni consecutivamente.
«L’Uefa», ha aggiunto il presidente del Bayern Monaco, «deve continuare a prendere questo progetto molto seriamente e invito ogni singolo club rispettare le norme». Norme che, a detta di Rummenigge, «dovrebbero essere viste non come un attacco contro i club, ma come una mossa positiva per il futuro a lungo termine del calcio».
L’invito del presidente del Bayern (che nella stagione 2012/13 ha conseguito un utile di 14 milioni e si avvia a chiudere in attivo anche il 2013/14) a non abbassare la guardia va letto alla luce delle aperture fatte da Platini nei confronti di quei club, come il Paris Saint-Germain e il Manchester City, sanzionati la scorsa primavera, che hanno chiesto maggiore flessibilità nell’applicazione del regolamento.