«Il consiglio federale di oggi segna l’inizio della nuova governance federale. Apriamo una nuova stagione che è quella delle riforme, della modernizzazione e dell’organizzazione della federazione, per quanto mi riguarda con criteri moderni e sburocratizzati». Così Carlo Tavecchio, presidente della Figc, al termine dei lavori del consiglio federale che ha affrontato il caldissimo tema delle riforme del calcio italiano, sempre più necessarie non solo a livello sportivo.
Tavecchio ha poi sottolineato la centralità della figura di Claudio Lotito nel nuovo assetto gestionale della politica federale: «Abbiamo detto che in questo campo il consigliere delegato alla partita è Claudio Lotito, che ha indicato i temi strategici che saranno ripresi già da domani dalle componenti e dalle leghe, per arrivare il più presto possibile a una nuova riunione in cui le stesse leghe si troveranno per formalizzare quelle riforme che si possono fare subito e quelle che saranno sottoposte al vaglio dei limiti statutari e delle norme».
Il presidente della Lazio ha presentato al consiglio federale la sua bozza riformistica, articolando il percorso che prevede, tra i vari temi, la riforma dei campionati e dell’attività giovanile, la multiproprietà delle società professionistiche, il fair play finanziario mutuato da quello della Uefa, la composizione delle rose in serie A, il tesseramento di calciatori extracomunitari e lo sviluppo del calcio femminile con la formazione delle squadre da parte delle società di serie A
Proprio sulla riduzione delle rose, Lotito ha sottolineato che «la riduzione delle rose cercheremo di farla entrare in vigore già dal prossimo campionato, accompagnando gradualmente quei club che hanno una rosa extralarge». L’ipotesi è quella di scendere gradualmente a rose con massimo 25 giocatori di cui 8 provenienti dal vivaio (4 cresciuti nel nel club e altri 4 nel vivaio nazionale).
Altro tema sul tavolo è quello della riduzione del numero delle squadre nei campionati professionistici. «È chiaro che questo consente l’autoconsistenza economica dei club -evidenzia Lotito-, ogni tanto ci sono società che saltano e vogliamo evitare un campionato all’insegna della precarietà. In Germania ci sono 54 club professionistici, noi vorremmo una serie A a 18 squadre, una B a 18-20 e poi scendere il più possibile in Lega Pro».
«La riforma dei campionati è la madre di tutte le battaglie. È inutile che ci giriamo intorno da anni e non concretizziamo niente. La riduzione dei club sta nelle cose, non nelle chiacchiere», ha infine sottolineato il presidente federale Carlo Tavecchio, spiegando che la riforma dei campionati avverrà «nell’arco del triennio».
Fabio Colosimo