imagesCain Hoy Enterprises LLC, gruppo di investitori statunitensi con alle spalle la società finanziaria statunitense Guggenheim Capital, ha annunciato in settimana che sta vagliando l’opportunità di lanciare un’offerta per comprare il club londinese del Tottenham Hotspurs. Cain Hoy ha comunicato di essere ancora alla fase preliminare di valutazione di un’offerta, ma che non ci sarebbe appunto alcuna certezza sul tipo di offerta o se verrà messa sul tavolo dell’attuale proprietà degli Spurs.

L’interesse dell’azienda al Tottenham arriva dopo le recenti voci su una possibile cessione del club. Il pacchetto di maggioranza del Tottenham è attualmente detenuto dalla società di investimento britannica Enic International Ltd. Il proprietario Joe Lewis, stando a quanto trapela da Londra, sembra essere pronto a cedere il club ad una cifra di poco superiore al miliardo di euro per rientrare degli investimenti sostenuti in questi anni

L’operazione, come ha riportato Thomson Reuters, se dovesse concludersi sarebbe tra le maggiori mai avvenute nel calcio

La tabella infatti riporta le maggiori transazioni realizzate in Inghilterra nell’ultimo decennio

Al momento, però, come ha riportato il Sole 24 Ore, non si è presentato alcun interesse in quanto i potenziali acquirenti dovrebbero assumersi le spese per il nuovo stadio. Lo stesso club, con un comunicato ufficiale, ha negato di essere in trattativa per la cessione e di essere pienamente coinvolto nel progetto del nuovo stadio, cercando possibili alternative per una casa temporanea (tra le possibili ipotesi anche Wembley e lo stadio Olimpico), in quanto il nuovo White Hart Lane non sarà pronto per l’inizio della stagione 2017/18 e dunque dovranno rendersi necessarie delle misure temporanee a breve termine.
In base alle leggi del Regno Unito, Cain Hoy deve annunciare entro e non oltre il 10 ottobre alle ore 17 locali le proprie intenzioni sull’offerta da presentare al Tottenham, ovvero ad un mese esatto dalla proposta formulata dallo stesso gruppo statunitense. Un annuncio fatto senza il consenso del Tottenham, che ha appunto negato le negoziazioni
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