“Rendere il prodotto calcio più ricco in tema di diritti tv, diminuire il numero delle squadre e non ultimo aspetto, avere degli stadi adeguati alle nostre esigenze”. E’ questa, secondo il presidente dell’Inter, Erick Thohir, la ricetta dalla quale la società nerazzurra e tutta la Serie A non possono più prescindere per arrestare il declino economico e sportivo del campionato italiano e colmare il gap con i top club europei.
All’indomani del cda che ha approvato il bilancio 2013/14, chiuso con una perdita di 85 milioni, e della notizia che l’Uefa ha aperto un’indagine sui conti del club per la violazione dei parametri del Fair Play Finanziario, l’uomo d’affari indonesiano, che lo scorso anno ha rilevato il controllo della società nerazzurra da Massimo Moratti, è convinto che la strada intrapresa sia quella giusta e in un’intervista a La Stampa ribadisce il proprio impegno a riportare l’Inter nel giro di due anni tra i 10 club più forti del mondo.
Un compito non certo facile, considerato l’attuale stato di salute delle finanze del club (eredità della gestione paternalistica di Moratti), che non consente importanti investimenti nella squadra, specie ora che la Uefa ha acceso formalmente un faro sui conti della società obbligando l’Inter ad attenersi a una stretta disciplina finanziaria per non incorrere nelle sanzioni previste dal Fair Play Finanziario. Sul punto, però, Thohir sembra avere le idee molto chiare. “Non sono il tipo che si fa prendere dal panico e magari compra senza una logica, sono convinto che serva la programmazione”. Nessun grosso colpo di mercato a breve dunque, ma la volontà di valorizzare i giovani talenti già presenti nella rosa nerazzurra come Kovacic e Icardi, cui Thohir ha espresso apertamente la volontà di rinnovare il contratto.
I tifosi dunque devono avere ancora un po’ di pazienza, anche perché la situazione trovata da Thohir all’Inter, almeno dal punto di vista finanziario, non era certo delle migliori. Nell’ultimo anno il presidente indonesiano e i manager dell’Inter, alcuni dei quali arrivati dall’estero, hanno lavorato molto e con successo sulla riduzione dei costi, ma per recuperare capacità di investimento e dunque competitività sportiva in Italia e in Europa il key driver resta la crescita dei ricavi. Un tema che riguarda non solo l’Inter, ma più in generale tutta l’industria del calcio italiana.
Nel contesto attuale, infatti, anche il club italiano meglio gestito difficilmente riuscirebbe a sfondare il muro dei 300 milioni di ricavi (senza considerare le plusvalenze da calciomercato), mentre all’estero i top club come Real Madrid, Barcellona e Manchester United si sono ormai consolidati stabilmente sopra i 500 milioni. Di qui l’esigenza sottolineata da Thohir nell’intervista alla Stampa di riforme importanti a livello di intera Serie A, in modo da poter lavorare in un contesto che permetta di poter vendere meglio il prodotto calcio.
Il rischio è invece che, almeno nel breve periodo, le risorse a disposizione dei club italiani non crescano come ci si aspetterebbe. I ricavi da diritti tv, attesi in crescita grazie al nuovo contratto con Sky e Mediaset per il triennio 2015-18, potrebbero tuttavia non aumentare al ritmo sperato dai club. La gara per i diritti esteri della Serie A che partirà nei prossimi giorni potrebbe infatti concludersi senza quell’incremento atteso da molti presidenti, proprio per il sempre minore appeal che il campionato italiano ha sui mercati internazionali.