La Champions noiosa nei gironi. Il primo turno della terza giornata della Champions League ha registrato svariate vittorie con un notevole margine di scarto. Oltre al 7 a 1 con cui il Bayern si è imposto sul campo della Roma, il Chelsea ha battuto gli sloveni del Maribor 6 a 0 a Londra e lo Shakhtar Donetsk ha schiantato i bielorussi del Bate Borisov per 7 a 0 sul campo del Bate. Questo tipo di risultati non era la normalità quattro o cinque stagioni or sono e non lo è neanche ora, visto che sempre ieri i multi milionari del Psg hanno dovuto sudare sette camicie per battere i modesti ciprioti dell’Apoel Nicosia.
Tuttavia è indubbio che negli ultimi anni questa tendenza si è acuita rispetto a un decennio or sono. Con la conseguenza che nella fase a gironi, salvo qualche caso, le sorprese sono sempre meno in campo continentale. In questo senso ricordando i primi turni della vecchia Coppa dei Campioni quando i campioni d’Italia o d’Inghilterra incontravano i campioni di Malta o Islanda ricoprendoli di caterve di gol
Una causa di questa Champions noiosa a è sicuramente legata all’adozione del Financial Fair Play che sicuramente ha meriti notevoli, quali quello di un maggior raziocinio finanziario nella gestione dei club. Ma nello stesso tempo corre il rischio di ampliare la forbice tra i club che stanno già bene finanziariamente rispetto a chi sta cercando di risanare, cristallizzando, come ha fatto notare la settimana scorsa il numero uno dell’Inter Thohir, le gerarchie esistenti ora. Nasce anche di qui la batosta subita ieri dalla Roma. Il Bayern nel bilancio 2013/14 ha registrato ricavi per 528 milioni contro i 128 della Roma e così può permettersi un monte ingaggi di 251 milioni in questa stagione contro quello di 98 milioni della società capitolina
Si legga il nostro articolo seguente se si vogliono sapere ulteriori dettagli
Stipendi Bayern 2014/15, tutti gli ingaggi dei panzer che hanno steso la Roma
La questione non è così semplice tuttavia. Oltre a una causa di natura economica c’è ne è anche una di carattere politico. L’elezione di Michel Platini a numero uno dell’Uefa nel 2007 e la sua rielezione nel 2011 è stata legata in misura notevole ai voti delle federazioni minori, specie quelle dell’Est cui l’ex calciatore bainconero ha promesso maggiore rappresentanza nell’Eldorado della Champions League
La riforma dei turni preliminari per l’accesso alla fase a gironi è stato il punto cruciale in questo senso. Con il risultato che oggi giocano nella fase a gironi Bate Borisov, Apoel Nicosia e Maribor e non la terza del campionato italiano, il Napoli o la quarta del campionato spagnolo, il Bilbao. Visto che il club di De Laurentiis e quello biancorosso si sono dovuti sfidare in un tesissimo dentro o fuori l’accesso nella fase finale
In questo quadro non sono pochi i dirigenti di club blasonati che in maniera molto sommessa stanno iniziando a intavolare l’idea di una riforma per rompere una tendenza che sembra indirizzarsi verso una crescente monotonia nelle fasi iniziali della coppa
Negli anni novanta, sotto la spinta di quanto successo in Inghilterra con l’istituzione della Premier League, i club ottennero dall’Uefa la riforma della Coppa dei Campioni e la creazione della Champions League. I club fecero pressioni minacciando di cerarsi un torneo alternativo e l’Uefa, che dai tornei continentali trae una notevole parte delle sue risorse finanziarie, non rischiò di lasciare il controllo della manifestazioni creando il format della Champions League. In soldoni si può dire che le ragioni di natura economica ebbero la meglio su quelle di carattere politico
La riforma voluta da Platini ha riportato la politica al centro. Ora bisognerà capire se i club avranno la stessa forza di vent’anni fa oppure no