“Thohir? Se gli investitori stranieri spendono 100 milioni cash e garantiscono per 300, bisogna sempre spalancare le porte”. È l’opinione del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, che risponde così alle domande sulla presenza di proprietari stranieri nel calcio italiano.
Erick Thohir, in particolare, è impegnato nel tentativo di riportare l’Inter nelle zone nobili della classifica e, contemporaneamente, di risanare i conti del club. Tavecchio evidenzia anche i meriti dei presidenti italiani e, in particolare, di Aurelio De Laurentiis: “Con lui ho un ottimo rapporto, ci sentiamo spesso. Bisognerebbe fargli un monumento”, dice riferendosi al patron del Napoli.
La ‘mission’ della Figc è garantire un nuovo quadro all’interno del quale i club possano crescere. “La priorità al momento è di inquadrare bene le riforme, intanto dobbiamo stabilire le rose delle società, o ci adeguiamo ai canoni europei o abbiamo rose di 40-50 calciatori”.
“In realtà le rose europee sono di 25 calciatori. Poi abbiamo la madre di tutte le battaglie per la riduzione delle società professionistiche perché il Coni tende diminuire i contributi e lo Stato fa spending review”, spiega Tavecchio.
“Bisogna avere fiducia, noi siamo un’organizzazione che ha un milione e duecentomila tesserati dei quali circa settecentomila under 18: questo significa avere a disposizione un mare di giovani pronti a dare il loro contributo. Bisogna investire sul settore giovanile e noi lo stiamo facendo come indirizzo strategico federale con centri di formazione in ogni regione: questi dovrebbero essere punti di riferimento, come è accaduto in Germania”, dice ancora il numero 1 della federcalcio.
“Naturalmente questo va accompagnato da una normativa che preveda una difesa dei giovani italiani in campo perché se dall’estero entrano tutti i calciatori senza curriculum, noi diventiamo una zona franca. Esiste una normativa inglese, per esempio, che prevede di avere un curriculum per giocare nel mondo professionistico”.
Fabio Colosimo