Mediaset Premium punta a raggiungere il pareggio a livello di risultato operativo a partire dal 2017, quando dovrebbe essere in grado di raggiungere un Ebit (utile prima degli interessi e le tasse) superiore ai 50 milioni. E’ questo il target contenuto nel piano finanziario allegato alla perizia di valutazione degli asset conferiti da Rti nella newco da cui è nata la nuova Mediaset Premium. A trascinare i risultati della piattaforma pay del biscione, che vede nel proprio capitale il colosso delle tlc spagnole Telefonica con circa il 10%, sarà principalmente il calcio e in particolare la Champions League. Competizione di cui il gruppo di Cologno Monzese ha acquisito i diritti di trasmissione in esclusiva per l’Italia nel triennio 2015-2018.
Il compito non sarà comunque facile, considerato che la nuova Mediaset Premium, che avrà in cassa 118 milioni, parte con 1,7 milioni di abbonati contro i 4,7 milioni di Sky Italia (dato al 30 giugno 2014) e la prospettiva di due esercizi in perdita prima del break even atteso per il 2017. Nel dettaglio, al netto delle tessere prepagate, i clienti di Premium al 30 settembre scorso sono 1,72 milioni. Si tratta di un’indicazione importante per i mercati finanziari, visto che finora Cologno Monzese aveva sempre indicato la cifra di 2 milioni di clienti tra abbonati e carte prepagate.
L’altro fattore, oltre al traino della Champions, su cui Mediaset Premium conta di fare leva per raggiungere l’obiettivo del pareggio nel 2017 è più in generale l’espansione delle tv a pagamento in Italia, un espansione quantificata in un 2% annuo, oltre che una maggiore fidelizzazione degli abbonati.
Su queste basi il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi si aspetta “un incremento significativo” della quota di mercato di Mediaset Premium attualmente al 19% contro il 78% di Sky, ma soprattutto un miglioramento dei ricavi grazie ai “maggiori prezzi del nuova offerta” che dovrebbe far aumentare la spesa media per abbonato.
Sotto il profilo della reddittività invece i prossimi due esercizi saranno ancora di transizione: le stime sono di una perdita operativa di 33 milioni nel 2015 e di 21 milioni nel 2016. La svolta dovrebbe però avvenire già nel secondo semestre 2016 e portare i conti annuali in positivo dall’esercizio successivo: 54 milioni l’utile operativo atteso nel 2017, circa 100 milioni nel 2018. I target sono stimati solo sui clienti abbonati e quindi senza tener conto dei ricavi derivanti dalle prepagate.