Emirates – Non è passata neppure una settimana da quando il Real Madrid offriva ai 41.000 devoti presenti allo stadio The Seven un grande spettacolo durante la finale della Dubai Cup persa contro il Milan di Inzaghi per 4-2 che le merengues se la sono dovuta vedere con una più scottante sconfitta nella prima gara della Liga spagnola dell’anno nuovo.
Se lo scopo della gara di Dubai è stato quello di tenere gli sponsor felici la gara del Mestalla, chiusa sul 2-1 dai padroni di casa del Valencia, ha un sapore decisamente più amaro. Nella capitale spagnola si sta già speculando sulla fatto che la pausa invernale potesse essere spesa in modo migliore, cosa che, invece, la trasferta non ha consentito. I soldi e gli affari prevalgono anche sul calcio? Molto probabilmente sì.
Se la prima parte di questo inizio secolo ha visto un afflusso di miliardari russi e investitori americani, più recentemente i veri protagonisti sono stati gli arabi, in particolare la Emirates. I ventidue in campo a Dubai sfoggiavano tutti magliette con il logo della compagnia aerea araba. I due club di maggior successo nelle Coppe europee hanno entrambi firmato lucrativi contratti quinquennali con Emirates. E non sono i soli. Le maglie e lo stadio dell’Arsenal sono nel roster della stessa Emirates, mentre i governanti della vicina Abu Dhabi, con il loro marchio Etihad, hanno speso milioni per trasformare il Manchester City nei campioni della Premier League inglese. Le maglie del Barcellona sono sponsorizzate dala Qatar Airways, che sempre più dollari ha diretto da Doha verso Parigi, destinazione Paris Saint Germain.
Emirates ha fatto inginocchiare anche il Real
Anche un colosso come il Real Madrid si è dovuto alla fine inginocchiare al business degli sponsor. Mohammed Matar, vice presidente senior della Emirates, prima della gara tra spagnoli e rossoneri, ha parlato in dettaglio dell’attività della compagnia aerea araba, una strategia d’investimento nei maggiori marchi e nei più importanti network televisivi all’interno dei principali mercati di riferimento. Per l’Europa questo significa una parola, il calcio.
Alberto Lattuada