Progetto Sagramola – La speranza a Brescia si è tramutata in un lampo in una sola parola: Fallimento, che significa a sua volta smobilitazione e ripartenza tra i dilettanti.
La salvezza del Brescia Calcio non si gioca sul campo questa vola ma passa attraverso il rilancio del progetto Sagramola. È ormai assodato che non si potrà fare la scelta del Bari, concordato o fallimento pilotato, senza correre il rischio di perdere la categoria. Ora il progetto Sagramola ha bisogno di 10 milioni di euro di capitale e la Profida Italia è pronta a metterne solo 2. Gli altri soldi dovevano arrivare dagli imprenditori bresciani o da Ubi Banca, attraverso l’apertura di una nuova linea di credito, anche se per il momento ha confermato la sua indisponibilità a concedere nuovi prestiti. “Se le cose non cambiano, per quel che mi riguarda credo che sia finita”, ha detto ieri Sagramola.
Il progetto Sagramola comprende anche Infront
Servirà un miracolo nelle ultime ore per evitare che cento anni di calcio vadano in fumo. La spada di Damocle degli stipendi e degli oneri contributivi da versare entro giovedì 15 s’è ingrossata sino a diventare un macigno. Il presidente di Aib Marco Bonometti sarebbe riuscito a raccogliere 4 milioni che insieme ai 9 messi a disposizione da Infront dilazionati in cinque anni potrebbero salvare in extremis le Rondinelle. “Il progetto Sagramola mi sembra serio e mi auguro che una delle più antiche società italiane possa rimanere in vita”, ha detto il presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi. “Certo la situazione è complessa. Ma ci sono i margini per trovare una soluzione”.
Oggi ci potrebbe essere in programma un ultimo incontro fra Massiah (Ubi Banca), Bonometti e Sagramola. Gli unici che sembrano davvero interessati a salvare il Brescia attraverso il progetto Sagramola. Dalle ultime indiscrezioni però pare che Infront, da sempre interessato alla costruzione di un nuovo stadio nella città della leonessa, si affiancherà a Profida solo in un secondo momento.
Alberto Lattuada