Maglia bandiera-Macron e la Lazio hanno presentato la nuova maglia della squadra biancoceleste che l’accompagnerà per tutto il girone di ritorno: è la “maglia-bandiera”, che rievoca quella delle stagioni 82-83 e 86-87: anni difficili per il club e il popolo laziale, della B e di tanti campi minori calcati prima della rinascita con il ritorno in Serie A e una nuova dimensione, dapprima nazionale e poi anche europea. L’ufficialità è arrivata ieri, con l’accordo tra Claudio Lotito, Lazio Family e la famiglia Casoni, perché l’idea dell’aquilotto stilizzato fu di Gian Chiaron Casoni, ex presidente del club dal 1981 al 1983. Lo sponsor tecnico di allora era Ennerre, quello sulla maglia, Seleco.
La maglia bandiera esordirà contro il Milan
La maglia bandiera, così ribattezzata, è stata voluta sia dalla Lazio che da Macron , per celebrare i 115 anni di storia della “prima squadra della Capitale”. Con una divisa, più che storica, ormai leggendaria: quella della risalita dalla B (82-83) e quella del gol all’ultimo minuto di Giuliano Fiorini al Vicenza (stagione 86-87) che evitò la C e che garantì l’accesso agli spareggi contro Campobasso e Taranto (in C finirono i molisani). Quella presentata da Macron è infatti una divisa di grande impatto, centrata sulla rivisitazione dell’aquila stilizzata di un tempo, posta al centro della casacca per dividere il bianco della parte superiore dall’azzurro di quello inferiore (i colori tradizionali della società). La vestibilità sarà body, come ha sottolineato Macron in un comunicato stampa, con inserti in micromesh per favorire la traspirabilità. L’esordio sarà per la prima gara del girone di ritorno: Lazio-Milan sarà il palcoscenico col quale celebrare una significativa parte di storia che ha cementato ancor di più il legame tra la squadra e i suoi tifosi.
L’importanza simbolica della maglia bandiera per i tifosi della Lazio
La maglia con l’Aquila stilizzata riveste un’importanza mitica nei cuori dei tifosi laziali, quasi come quelle dei due scudetti datati 1973-74 e 1999-2000, soprattutto in relazione a quanto successe nella stagione 1986-87. La Lazio, retrocessa in Serie B nella stagione 1984-85, nell’estate 1986 si trova coinvolta nel cosiddetto scandalo del Totonero-bis.
Condannata in primo grado alla retrocessione in Serie C, il club romano riuscì a ottenere un sconto di pena rimanendo in Serie B con una penalizzazione di nove punti, che pesarano come un macigno in un campionato che assegnava ancora solo due punti a vittoria. La squadra allenata da Eugenio Fascetti non si perdette d’animo e trascinata dal bomber Giuliano Fiorini riuscì ad arrivare al 21 giugno 1987 con la possibilità di salvarsi da una retrocessione in Serie C che avrebbe provocato il fallimento della società e la scomparsa dal calcio che conta dopo 87 anni di vita.
Questo è il racconto della giornata dal sito www.noibiancocelesti.com
Tutto passa da Lazio-Lanerossi Vicenza ultimo atto del campionato che la Lazio è costretti a vincere. Anche un pareggio potrebbe non essere sufficiente a evitare la retrocessione. All’Olimpico lo stadio è esaurito già tre ora prima del fischio d’inizio e i 60000 presenti cercano di trascinare la squadra a una vittoria che man mano che i minuti passano sembra essere sempre più lontana grazie al portiere del Vicenza Dal Bianco, reo di respingere tutti gli assedi laziali. Quando mancano otto minuti Acerbis butta l’ennesimo pallone in mezzo l’area di rigore; Gregucci si avventa di testa su quel pallone per fare da torre ma con poca fortuna visto che i difensori respingono fuori dall’area per il loro compagno Lucchetti che però sbaglia incredibilmente il rinvio. Quel pallone arriva quasi magicamente sui piedi di Podavini che dai venti metri tenta un tiro di destro che si trasforma in un assist perfetto per Fiorini. Il centravanti è protagonista di uno splendido controllo a seguire di tacco con il destro e sempre con lo stesso piede riesce a battere il portiere biancorosso con un tocco ravvicinato; il resto è storia. Quella rete permise alla Lazio di disputare gli spareggi a Napoli, contro Taranto e Campobasso, che portarono, non senza altre sofferenze, a quella insperata permanenza in serie B miracolosa.
Questa cronaca evidenzia quale sia la portata dell’operazione condotta da Lotito. Non a caso il presidente laziale conta di incassare parecchio da questa operazione commerciale. Soldi che dovrebbe andare alla polisportiva Lazio, per garantire delle borse di studio a studenti atleti di alcune sezioni
Fabio Colosimo