deloitte ricavi milan

Se non ce ne fosse stato bisogno è arrivata anche la consueta Deloitte Football Money League a ratificare i passi indietro fatti dal Milan nel confronto economico-finanziario con i top club europei. Il dato sul fatturato del club guidato da Adriano Galliani e Barbara Berlusconi non rappresenta certo una novità, soprattutto per i lettori di Calcioefinanza.it, cui da tempo abbiamo messo a disposizione un’accurata preview sul bilancio 2014 (clicca qui per leggere l’analisi di C&F sul bilancio del Milan). Dalla fotografia scattata dalla nota società di consulenza, che si è ormai accreditata come un benchmark per tutti gli appassionati di calcio e finanza, ma anche dei tifosi meno attenti agli aspetti economici dello sport, emerge però un dato rilevantissimo: il Milan è infatti uscito per la prima volta dalle prime 10 posizione della classifica, dopo esserci stato consecutivamente per almeno 10 anni. Ma la cosa che più fa riflettere è che il passo indietro non è legato alla mancata qualificazione alla Champions League 2014/15, i cui effetti economici si faranno sentire solo nel bilancio 2014 (e dunque nella Deloitte Football Money, ma dai passi in avanti compiuti da altri club, come il Borussia Dortmund e soprattutto il Liverpool che hanno relegato i rossoneri in dodicesima posizione.

Il dato è preoccupante, non solo per i tifosi rossoneri, ma per tutto il calcio italiano, considerato che dopo la progressiva emarginazione dell’Inter dall’elite dei top club europei per ricavi (i nerazzurri sono 17esimi con 164 milioni – qui il piano di Thohir per far ripartire i ricavi dell’Inter), il prossimo anno il Milan perderà ulteriori posizioni. Senza gli introiti garantiti dalla Champions il fatturato dell’esercizio 2014 (preso a riferimento dagli esperti di Deloitte) dovrebbe essere vicino ai 210 milioni. Una soglia di ricavi inferiore a quella realizzata nella scorsa stagione dal Tottenham (13esimo con 215,8 milioni) e dallo Schalke 04 (14 con 213,9 milioni).

Più in generale il problema del calcio italiano è che, come dimostra il caso della Juventus, che nell’edizione 2015 della Deloitte Money League ha perso una posizione, passando dal nono al decimo posto, pur avendo visto i propri ricavi crescere da 272,4 milioni a 279,4 milioni, anche i piccoli passi in avanti che i nostri club potrebbero fare nei prossimi anni non sono sufficienti a reggere la competizione (leggi la preview sui ricavi della Juve nelle prossime stagioni) , non solo con giganti quali Real Madrid, Manchester United, Barcellona e Bayern Monaco, e con i club di proprietà dei grandi tycoon (Paris Saint-Germain, Manchester City e Chelsea), ma nemmeno con i club inglesi di fascia medio-alta, che stanno beneficiando al meglio, non solo di una migliore strategia commerciale e degli stadi di proprietà, ma anche del ricchissimo contratto per la commercializzazione dei diritti televisivi.

deloitte football money league

PrecedenteNew Fifa Now, da Bruxelles un appello alla riforma della Fifa
SuccessivoMP&Silva, l’agenzia fa suoi i diritti del calcio malese

1 COMMENTO

Comments are closed.