Pietro Leonardi resta in sella. Il direttore generale del Parma, in una conferenza stampa convocata nel centro tecnico di Collecchio, ha confermato la volontà di rientrare nel progetto di Giampietro Manenti. Leonardi resterà quindi come direttore generale, ma non farà più parte del cda gialloblu.
Le prime parole dopo il malore
“Con questo nuova proprietà mi sono dimesso dal cda e non sarò presente nel futuro cda per mia scelta”, esordisce Leonardi a Collecchio. Che torna a parlare dopo il malore e il periodo di osservazione in ospedale seguito alle ultime ore della breve gestione parmigiana di Taci. Anche mercoledì scorso, nella conferenza stampa di presentazione di Manenti come nuovo presidente del Parma, Leonardi era apparso fisicamente molto provato. E aveva preferito non parlare: “In molti si sono lavati l’anima negli ultimi giorni, poi parlerò, ora ascolto”. Alla promessa di parlare, è seguita quindi la conferenza di Collecchio. “Sarò solo il direttore generale del Parma e come negli anni precedenti agirò grazie al consenso della proprietà”, spiega Leonardi. Che rifiuta ogni dubbio sulla validità di questa Serie A: “Ho sempre agito secondo coscienza. E sulla regolarità del campionato del Parma non ci sono dubbi”.
“Non ho agito da solo”
Leonardi spiega anche quello che è successo nelle ultime settimane, tra cambi di proprietà repentini e polemiche sulla gestione finanziaria del club: “Negli ultimi giorni del mercato ho risparmiato, perché mi rendevo conto che non arrivavano i fatti della nuova proprietà. Durante Milan-Parma, al gol di Nocerino, Taci mi ha scritto per dirmi che se vincevamo sarebbe atterrato direttamente a Parma. Poi, all’una di notte, Kodra ha citofonato a casa mia per dirmi che l’impegno di Taci era finito”.
Negli ultimi giorni, si è puntato il dito sull’enorme giro di calciatori che è gravitato attorno alla squadra: “Ho sentito tante cose e volevo chiarirle, ho sentito tante inesattezze come la causa di questa situazione siano i tanti calciatori in rosa. Questa è stata una politica assolutamente sportiva e sempre con il consenso. Da questa politica sono usciti giocatori come Sansone, Borini, Ceppitelli e altri. Ho sentito dire da un collega che le comproprietà sono state tolte proprio a causa del Parma e dico: ‘Da che pulpito arriva la predica’. Noi avremmo avuto sì e no 8 giocatori in compartecipazione”.
Il futuro di Leonardi (e del Parma)
“Continuo a essere il direttore generale perché ritengo giusto dare assistenza alla nuova proprietà”, prosegue il direttore generale. “Sono convinto che la situazione sia ancora gestibile, entro il 30 di giugno. Non è il momento del ‘de profundis’ e comunque è un problema della nuova proprietà, che ha garantito i pagamenti. Come sono stati fatti i debiti? Basta analizzare i bilanci. Ma è una situazione gestibile. Non siamo soltanto noi in ritardo nei pagamenti verso il Comune. Ci sono altre realtà come noi”.