Le 24 ore più importanti della storia del Parma. Ma non si tratta della vigilia di una finale di Coppa o di un importante gara di campionato. Si tratta invece della salvezza del club a livello societario. Un “dentro” o “fuori” durissimo dunque, che tiene col fiato sospeso non solo una piazza, quanto tutto il calcio italiano. In questa situazione, è stato ancora una volta il neo proprietario del club ducale, Giampiero Manenti, a suggerire calma e un cauto ottimismo.
Le rassicurazioni di Manenti
A Sky Sport infatti, durante il pre-gara del match contro la Roma, all’Olimpico, il numero uno gialloblù ha dichiarato: “Confidiamo che domani al 90% riusciremo a far fronte agli impegni presi“. Ottimismo che, tuttavia, non riesce a scacciare lo spauracchio. Cosa succederebbe infatti, se, ad avere la meglio, fosse proprio la peggiore delle ipotesi?. Manenti dice: “Nulla. Sarà martedì. Anche perchè sono già state viste sia dalla banca emittente che dalla banca ricevente tutte le comunicazioni“. Futuro che Manenti si sente sicuro di garantire: “Tranquillamente lo posso dire. Poi i tempi sono quelli che sono. Noi ci siamo insediati solo mercoledì scorso e quindi arrivare a lunedì non è stato semplice, però confidiamo da lunedì di cominciare a fare determinati passi importanti“.
Urgono 20 milioni
Tuttavia, la “resa dei conti” è attesa per domani. Gli impegni, in questo senso, sono tanto chiari quanto pesanti: squadra e tecnico e staff aspettano sei mensilità arretrate, il Fisco invece la corrispondente quota Irpef. In totale, 20 sono i milioni necessari per tamponare la messa in mora del club che scatterebbe automaticamente, già concordata dall’intera squadra con i sindacalisti dell’Assocalciatori. Intanto il tifo freme. Il gruppo ultras dei Boys ha invocato la consegna dei libri al Tribunale per un fallimento concordato, che potrebbe salvare la partecipazione alla serie B per la prossima stagione (nel caso in cui, all’asta, si presentasse un compratore). In caso contrario, se la situazione debitoria dovesse protrarsi oltre il 30 giugno e non essere risolta, il rischio sarebbe quello di assistere alla scomparsa del club dal panorama professionistico italiano.
Fabio Colosimo