Il “ruggito” della Puma. Si potrebbero definire così gli ultimi dati rilasciati dall’azienda tedesca produttrice di materiale sportivo, che nell’ultimo trimestre del 2014 ha visto un interessante incremento delle vendite, a margine di un periodo non facile.

L’accordo strategico con i Gunners

Nell’ultimo anno, la Puma ha dovuto fronteggiare numeri al di sotto delle stime. Dalle vendite alle azioni, che hanno visto un calo generale del 17% sul mercato azionario. Forse anche in previsione di una chiusura non eccezionali, la casa tedesca ha stretto uno strategico accordo di sponsorizzazione con la Adidas. Un contratto importante, di circa 37 milioni di euro a stagione, che ha fatto salire i Gunners al 3° posto in Europa per ricavi da sponsor tecnico, dietro l’inarrivabile Manchester United (94 milioni a partire dal prossimo anno) e al Real Madrid con 38 milioni a stagione.

Uno sforzo che però ha dato i suoi frutti. Nella relazione sull’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso, Puma ha fatto registrare un +3,3% delle vendite mondiali. Un risultato che arriva dopo un primo semestre del 2014 chiuso con grande difficoltà. La Puma, che fa parte del portafoglio del gruppo francese Kering assieme a marchi di alta moda come Gucci e Bottega Veneta, aveva registrato un calo degli utili del 41,3%, con un meno 6,5% del fatturato rispetto al precedente periodo del 2013.

Ma il riposizionamento del marchio sta dando i propri frutti. “Siamo felici della visibilità che ci hanno dato i Mondiali in Brasile, il sell through di scarpini e maglie ha superato le nostre aspettative”, aveva spiegato ad agosto detto il ceo Bjørn Gulden. “Le vendite iniziali delle divise dell’Arsenal, inoltre, sono state molto positive. Ad agosto lanceremo la nuova campagna Forever faster, che contribuirà a identificarci come il marchio sportivo più veloce del mondo”. Ed ecco i risultati positivi, con l’Arsenal a fare da traino: il boom di vendite si è registrato in Inghilterra, con un +6,8%.

Il contributo della Coppa d’Africa

Il dato delle vendite potrebbe salire ancora, grazie all’ultima Coppa d’Africa. Nella finale del torneo continentale si sono affrontate Costa d’Avorio e Ghana, entrambe marchiate Puma. Così come Yaya Tourè, uno degli uomini immagine della casa tedesca, che da capitano degli “Elefanti” ha sollevato la Coppa d’Africa mentre “sfoggiava la prossima generazione della nostra evoPOWER”, sottolineano dalla Puma.

PrecedenteParma, la Procura indaga per minacce a Ghirardi
SuccessivoStadio Milan, il progetto rossonero ha il placet del Comune
Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.