L’Udinese ha chiuso il bilancio 2013/14 con una perdita d’esercizio di 12,1 milioni. Il segno meno segue a un 2012/13 chiuso con il segno positivo, a +32,2 milioni di euro. Un risultato causato soprattutto dalla decisione della Figc di chiudere la formula delle compartecipazioni, che ha costretto il club a chiudere il rapporto contrattuale con alcuni giocatori, a proprio svantaggio. A pesare sul bilancio, anche le minori entrate dai diritti tv, sia italiani che Uefa. Ma con i probabili riscatti di Pereyra e Basta, il club conta di rimettersi in carreggiata già nell’esercizio di quest’anno.
L’effetto della fine delle compartecipazioni
“Va subito precisato che ha avuto un peso determinante nel conseguimento di tale risultato negativo, in parte già preventivato durante la seconda parte dell’esercizio, la risoluzione delle compartecipazioni, che ha generato una componente negativa straordinaria non ripetitiva”, spiega il club bianconero sul proprio bilancio.
La modifica della normativa, come specifica l’Udinese, ha reso necessaria la risoluzione, pur a condizioni non vantaggiose, delle compartecipazioni di alcuni giocatori. Ovvero, nel dettaglio: Nico Lopez (Roma), Armero (Napoli), Barreto (Torino), Mori (Brescia) e Neuton (Novara). Il tutto con con un impatto negativo complessivo pari a 12,984 milioni, che ha determinato la perdita dell’esercizio, contro i 18,9 milioni di euro da crediti per compartecipazioni registrati l’anno prima.
Meno plusvalenze e diritti tv
Il risultato negativo dell’esercizio si spiega anche guardando due voci. La prima è quella relativa alle plusvalenze, vero e proprio punto di forza del club friulano. Negli anni precedenti, questa voce aveva registrato incrementi sostanziali: si era infatti passati dai 24,2 milioni di euro del 2010 agli 87 milioni del 2013. Nell’ultimo esercizio, invece, le plusvalenze hanno registrato un calo fino a 27,8 milioni di euro. A fare da contraltare alle cessioni Cuadrado alla Fiorentina (20 milioni) di Mehdi Benatia alla Roma (13,50 milioni) e di Antonio Candreva alla Lazio per 10 milioni, hanno pesato proprio le comproprietà risolte.
E poi ci sono minori contributi dell’Uefa, causati da una mancata partecipazione alle competizioni europee e ad una diminuzione dei proventi tv, visto che l’Udinese nell’ultima stagione ha chiuso al 13° posto in Serie A. A calare maggiormente sono stati quindi i contributi della Lega (-72,9%), e proventi da tv (-4,7%) e da pubblicità (-29%).
Diminuzione costi personale e ammortamenti
La perdita dell’esercizio, malgrado le premesse, è stata comunque controbilanciata da una sensibile diminuzione dei costi del personale e degli ammortamenti. La prima voce vede un abbassamento di 2,1 milioni di euro: se nel 2013 l’Udinese ha speso per giocatori e staff 32,2 milioni, nel 2014 ha ridotto la spesa a 30,1 milioni di euro. Positiva anche la gestione degli ammortamenti: l’Udinese ha ridotto questa voce di circa 8 milioni di euro, passando dai 27 milioni di euro di ammortamenti nel 2013 ai 19,1 milioni del 2014.
19 milioni dai riscatti di Pereyra e Basta
Conclusa la formula delle plusvalenze, l’Udinese conta di rifarsi con i riscatti, soprattutto di Basta e Pereyra. Come spiega la nota della società, “Tali cessioni sono si a titolo temporaneo ma prevedono delle clausole di riscatto con degli importi già fissati, essendosi già verificate le condizioni che rendevano obbligatorio il riscatto di Basta e visto l’ottimo rendimento di Pereyra, vi sono tutti i presupposti perché a fine stagione vengano esercitati entrambi i diritti di opzione con la realizzazioni di importanti plusvalenze”.
In dettaglio, la Juve ha pagato subito 1,5 milioni di euro, visto che si tratta di un prestito oneroso. Il riscatto è fissato a 14 milioni di euro. Nel caso di Basta, la Lazio ha pagato subito 500mila euro e ha il riscatto fissato a 5 milioni. L’Udinese potrà quindi contare su 19 milioni di riscatto totale dai due giocatori.