Nel freddo di Parma inizia l’ennesima giornata di tensione. Oggi si riunisce l’assemblea dei soci, mentre i giocatori aspettano ancora i soldi da Menenti: “Ieri abbiamo avuto un confronto con il presidente – ha spiegato Alessandro Lucarelli ai giornalisti presenti a Collecchio – e ci ha detto che il problema è riuscire a portare i soldi in Italia. Ci ha detto che se riesce oggi ci porterà delle garanzie su questi soldi, e noi ora stiamo aspettando che alle parole facciano seguito i fatti. Se stiamo perdendo la pazienza? La pazienza ha un limite, noi abbiamo dato delle tempistiche, e veramente il tempo sta per scadere. E’ arrivato il momento di far vedere qualcosa a questa squadra, altrimenti ci muoveremo. La visita della Figc? Mi viene da ridere, perché appena si è parlato del fatto che forse la squadra non giocava, subito questa mattina abbiamo qui la Figc. Mi interessa capire se vengono perché tengono alla regolarità del campionato, o se tengono alle sorti del Parma“.

Domenica si gioca
L’unica buona notizia è che domenica al Tardini contro l’Udinese si giocherà. Nonostante il rischio di boicottaggio della partita da parte degli steward fosse alto, il Gos (Gruppo Operativo sulla sicurezza) si è riunito nella giornata di ieri e ha scongiurato la cancellazione del match. Nelle prossime ore potrebbe essere trovato un accordo con gli steward che porterebbe a giocare la partita a porte chiuse. Il Parma, almeno in campo, non mollerà. I giocatori continuano ad allenarsi, hanno concesso tempo alla nuova dirigenza, la quale però non sta dando le risposte sperate.

“Ne abbiamo sentite abbastanza”
Così ieri, all’uscita dall’allenamento, Daniele Galloppa si è lasciato andare a una prima manifestazione di insofferenza: “Ho già sentito abbastanza”, ha detto prima dell’incontro con Giampietro Manenti, rientrato dalla Slovenia ancora una volta senza i soldi che i giocatori attendono da mesi. Così per lunedì si attende ormai la messa in mora scontata della società, più volte annunciata dai calciatori. E oltre alla presentazione dell’istanza di fallimento, la Procura di Parma starebbe analizzando con cura su un documento grazie al quale il Parma si sarebbe fatto anticipare un milione di euro da una banca: questo documento attestava che la società vantava un credito nei confronti di un’azienda della zona per la stessa cifra. Ma il titolare dell’impresa non era a conoscenza di nulla, tanto che la firma sul documento risulterebbe falsa. Al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati.

La peggiore delle ipotesi
Qual è oggi lo scenario? Nerissimo. Dopo 20 giorni dalla messa in mora, se i debiti coi giocatori non saranno saldati, tutti i calciatori saranno liberi da ogni vincolo contrattuale, quindi di andarsene. Da lì in avanti il Parma sarebbe sconfitto per 3-0 a tavolino senza scendere in campo, fino a quattro partite di fila: dopo, da recolamento Figc, scatta l’esclusione del club dalla Serie A. Cioè tutto il girone di ritorno archiviato con lo 0-3 in ogni gara e un campionato di dubbia regolarità. Ieri il sindaco di Parma Pizzarotti ha incontrato il presidente della Federcalcio Tavecchio e quello della Lega calcio, Beretta. C’era in collegamento da Parma anche Damiano Tommasi. Forse una prima chiacchierata per capire come muoversi in caso di catastrofe. Che al momento sembra davvero vicina.

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25 anni, milanese, giornalista professionista freelance. Liceo classico, studi umanistici e poi il master in giornalismo alla Walter Tobagi. Ho lavorato per Sportmediaset, Telelombardia, Goal.com, Datasport e Milanotoday.