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A QS, Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, ha rilasciato un’intervista lunga e significativa che ha permesso al numero del calcio italiano di toccare nuovamente uno dei temi più caldi che, al momento, catalizzano l’attenzione di media e tifosi, non solo quelli gialloblù: la crisi del Parma.

Tavecchio infatti sottolinea: “La situazione è molto complicata. Molto. Prima di tutto, la partita con l’Udinese l’ho fatta rinviare, piuttosto che farla giocare a porte chiuse. E’ un bel problema. Ne ho parlato con Pizzarotti e con Beretta. I nostri legali hanno incontrato i giocatori. E’ una questione più da tribunale che sportiva. Stanno cercando di evitare il fallimento. Abbiamo la Covisoc, cercheremo di guardarci dentro. Nel prossimo consiglio federale presenterò un’informativa sulle nuove garanzie che chiederemo alle società al momento dell’iscrizione“.

Non è da meno il capitano del Parma, Alessandro Lucarelli che, in un’intervista concessa alla Gazzetta dello sport, ne ha rivelato, innanzitutto, quella che può essere la “genesi”. “La cosa risale a due anni fa. C’era sempre la consuetudine di pagare gli stipendi all’ultimo giorno, quando le scadenze erano obbligatorie. La prassi ci ha insospettito. Abbiamo capito che c’erano problemi di liquidità. Ma sono cose comuni a molte aziende in Italia in questo periodo di crisi“.

Nel novembre 2014, è Ghirardi a comunicare che la società è in difficoltà e che gli stipendi non sarebbero stati pagati. “E’ venuto l’ex presidente Ghirardi negli spogliatoi, ci ha spiegato che era saltato il pagamento perché aveva intavolato una trattativa con Taçi per la cessione della società, ma la trattativa non era andata a buon fine. Ci ha risposto che non avrebbe più messo un euro nel Parma. A quel punto la riunione si è fatta piuttosto tesa, sono volate parole grosse. Ci siamo sentiti traditi e presi in giro da Ghirardi“.

Su Taci, Lucarelli è chiarissimo: a Parma è stato un “fantasma”. “Io Taçi non l’ho mai visto. Noi ci siamo sempre rapportati con Kodra, il presidente. Devo riconoscergli che lui è stato l’unico, in questo periodo assurdo, a non prometterci nulla. Ci ha sempre detto che la società era in gravi difficoltà economiche e che non sapeva quando ci avrebbero pagato“.

Su Manenti, neo proprietario del club, i commenti non sono lusinghieri. “Ha subito messo sul tavolo belle parole e grandi promesse. Ha mostrato un foglio bancario dove c’era scritto che erano disponibili 100 milioni di euro da investire nel Parma. Qualche dubbio ci è venuto, perché si trattava di una cifra elevatissima. Poi, ogni giorno, il discorso era sempre il solito: ci sono problemi tecnici, bisogna aspettare ancora un po’. Di fatto, non abbiamo ancora visto un euro“.

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.