Lega e Federazione non hanno responsabilità: ci sono regole e organi che prevedono tempi di controllo, decisioni successive e sanzioni anche a stagione in corso. E il torneo è regolare”. Lo ha detto Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A, ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” su Radio Uno a proposito della crisi in cui versa il Parma Calcio. Ma Matta Grassani, avvocato esperto in diritto sportivo, non è d’accordo: “Il campionato è profondamente alterato, l’auspicio è che ci sia una presa di coscienza che consenta almeno di giocarle queste partite altrimenti le conseguenze, le iniziative giuridiche e legali potrebbero essere infinite, si potrebbe aprire una guerra tutti contro tutti”.

Per Beretta, critiche “ingenerose” alla Lega

“A fine giugno ci sono stati i controlli per l’iscrizione ai campionati, così ha fatto la Covisoc: evidentemente era tutto in linea con la parte sotto osservazione dal mondo sportivo. Poi c’è stata una ulteriore verifica il primo ottobre sulla parte residua di stipendi, tasse e contributi, il problema si è evidenziato e sono scattate le misure previste con le penalizzazioni”. ”Ho letto critiche ingenerose alla Lega e sulla convocazione della assemblea che se vogliamo dirla tutta è più che tempestiva – aggiunge Beretta -. Servirà e serve una assemblea regolarmente convocata per avere orientamenti precisi sulla situazione. Si discuterà su possibili iniziative da prendere in considerazione, ma poichè pende il ricorso per il fallimento presentato dal pubblico ministero di Parma, con un oggettivo stato di crisi, la Lega potrà assumere decisioni solo di concerto con la procura”.

Grassani non esclude class action contro Manenti e i suoi predecessori

Anche Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, è intervenuto ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno sul caso Parma. Parlando prima tutto degli abbonati che, “secondo le ordinarie regole del codice civile, maturano un diritto, stessa cosa per chi contrae un abbonamento tv, per cui il network è attaccabile dall’abbonato e si rifà sulla società sportiva. Che nel caso del Parma è in condizione pre-fallimentare. Credo che questa situazione rappresenti il dramma più profondo e scandaloso degli ultimi 20 anni, nemmeno il fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori o del Napoli o del Perugia hanno presentato contorni così sconvolgenti e violativi di plurimi diritti”.

Grassani, inoltre, non esclude una class action contro l’attuale proprietario del Parma, Manenti, ma non solo perchè “se ci sono dei debiti, non sono stati i quattro presidenti che si sono alternati negli ultimi mesi ad averli accumulati”. Per quanto riguarda gli sviluppi del campionato, “le Noif (Norme Organizzative Interne Figc, ndr) oggi sono chiare e purtroppo meritevoli di una riflessione: se il Parma smettesse di giocare, i risultati fino ad ora accumulati sul campo sarebbero buoni e tutte le partite successive sarebbero perse a tavolino e si creerebbe una disparità fra chi ci ha giocato e chi ci deve giocare”.

Grassani ritiene che i controlli che potevano essere fatti sono stati eseguiti ma “il problema è la soglia di ingresso, di verifiche, dei requisiti per acquistare una società di calcio che è un patrimonio di aspettative e sentimenti dei tifosi ma che viene equiparata alla bancarella di un ambulante. E non dimentichiamo la campagna di vittimismo e autocommiserazione rispetto alla mancata ammissione del Parma in Europa League, si è parlato di torto, di una violazione da parte della Figc”.

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Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.