Ci vorrà del tempo per vedere il nuovo Colosseo giallorosso, promesso da James Pallotta e presentato – nel progetto dell’architetto Dan Meis – alla città e al sindaco Marino. Lo stadio della Roma dovrà sorgere sui terreni di proprietà di Parsitalia, il gruppo immobiliare del 37enne Luca Parnasi, a Tor di Valle. Il proprietario della Roma sta lavorando, assistito da Goldman Sachs, ad una possibile operazione di project financing da circa 300 milioni che banche e investitori interessati al nuovo impianto (e ai suoi possibili guadagni) stanno già valutando. Tra questi ci sono anche diversi marchi americani, come Coca-Cola, Walt Disney, Ibm e American Express, che il presidente ha incontrato la settimana scorsa a Camera di commercio Usa a Milano. Ma tocca a Parsitalia stendere il progetto definitivo, atteso già nei giorni scorsi, e presentarlo alla Regione, che dovrà poi convocare la conferenza dei servizi entro sei mesi e attendere la licenza di costruzione dello stadio. In tutto potrebbero passare due anni prima di mettersi all’opera.
In questo tempo Pallotta cercherà altri capitali e Parnasi proverà a sistemare i conti di casa sua: l’azienda immobiliare di cui è a capo è esposta per circa 600 milioni lordi. Ecco perché si è deciso di sedersi al tavolo con le banche e pensare allo scorporo delle attività di sviluppo, il pacchetto più pregiato di Parnasi, sotto la Capital Holding, che conterrebbe anche Euronova, la scatola – scrive il Corriere Economia – con i terreni di Tor di Valle, sui quali potrebbero sorgere anche una nuova sede di Unicredit, un centro commerciale e altre strutture. Il progetto di Parnasi sarebbe piaciuto alle banche, al punto che proprio Unicredit avrebbe messo a disposizione dello sviluppatore altri 75 milioni di euro. Mentre la parte immobiliare dell’azienda dovrebbe finire in una procedura di ristrutturazione ex articolo 67. Con l’obiettivo, si legge sul quotidiano milanese, “di liquidare in tempi più lunghi le attività a fronte di un riscadenziamento dei rimborsi”.