Si terrà domani a Collecchio per l’assemblea dei soci del Parma: la società con sede a Brescia Eventi Sportivi SpA, controllata da Giampiero Manenti, che detiene il 90% del club, e la Energy T.I. Group di Roberto Giuli, che ha in portafoglio il 10% del capitale. Quest’ultima società nei giorni scorsi aveva segnalato “gravi irregolarita’ nella nomina e nella composizione del consiglio d’amministrazione del club crociato” chiedendo ed ottenendo dal Tribunale di Bologna la nomina di un curatore speciale per il club.

Secondo quanto si è appreso che nel corso dell’assemblea di domani Manenti, che oggi è stato visto a Milano, possa chiedere l’autorizzazione per presentare al Tribunale un concordato in bianco. Se così fosse la società esprimerebbe al giudice la propria volontà di presentare una proposta ed un piano ai creditori, ma riservandosi di depositare i documenti e la attestazione entro il termine che il Tribunale assegnerà. Gli amministratori del Parma entro tale termine potranno dunque valutare e negoziare il piano, eventualmente anche convertendolo in un accordo di ristrutturazione dei debiti. Se il giudice dovesse accettare tale proposta, Manenti potrebbe dunque ottenere altro tempo, bloccando le azioni dei creditori, non solo esecutive ma anche cautelari.

Il piano e la documentazione per il concordato in bianco dovranno però essere attestati da un professionista indipendente, anche se indicato dalla stessa società, che dovrà avere particolari requisiti di professionalità e terzietà rispetto al club.

Il professionista non dovrà infatti essere legato alla società e ai suoi amministratori (o a coloro che hanno interesse al risanamento) da rapporti personali o professionali che possono compromettere l’indipendenza del giudizio. Dovrà possedere i requisiti di indipendenza e onorabilità previsti dall’articolo 2399 del codice civile e non dovrà aver lavorato o aver svolto consulenza per la società negli ultimi 5 anni.

Il professionista incaricato, nella sua relazione, dovrà attestare la veridicità dei dati aziendali, sia la fattibilità del piano.

La richiesta di concordato in bianco potrebbe tuttavia essere solo un modo di prendere altro tempo. Se il Tribunale dovesse dare l’ok alla richiesta della società, infatti, gli amministratori del Parma avrebbero da 60 a 120 giorni per presentare la documentazione prevista dalla legge. Ma nel caso tale termine passasse senza che sia stato presentato il piano (ma anche nel caso siano stati omessi gli obblighi di informativa periodica), il Tribunale può dichiarare l’inammissibilità della proposta e procedere, su istanza del pubblico ministero o dei creditori, a dichiarare il fallimento del debitore.

 

 

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