L’Inter di Roberto Mancini, stasera, è chiamata a fare l’impresa. A S.Siro infatti dovrà ribaltare il 3-1 rimediato nella gara di andata degli ottavi di finale di Europa League, affrontando non una squadra qualunque, ma i tedeschi del Wolfsburg, società dell’omonima città che, all’estero, è conosciuta per essere sede ufficiale della casa automoblistica Volkswagen più che per i risultati sul rettangolo di gioco del club locale. Ma le cose nel calcio, cambiano, e in fretta: perché dopo un campionato vinto nel 2009, e stagioni in cui si è rischiata anche la retrocessione (2011), il team biancoverde, oggi, è rinato e ha davanti solo il Bayern Monaco di Pep Guardiola nella corsa alla Bundesliga. L’Europa League, per i “lupi” di Heycknes, potrebbe essere il trofeo della definitiva consacrazione, anche economica, considerando la partecipazione, ormai quasi certa, alla prossima Champions League.
Pallone e motori, un matrimonio di successo
Calcio e automobili, mai come nel caso del Wolfsburg, si intrecciano in un legame inscindibile. E, mai come oggi, è interessante rilevare come sia la passione per il pallone e per i motori a determinare un “matrimonio economico”, come lo ha definito l’ad Martin Winterkorn, che sta facendo grande il Wolfsburg e che consolida, di anno in anno, le ambizioni di dominio del calcio continentale da parte del Bayern Monaco. Una peculiarità tutta tedesca e un potere che fa discutere, come sottolinea oggi la Gazzetta dello Sport. Si perché Volkswagen, proprietaria della squadra biancoverde, controlla Audi, e attraverso quest’ultima è entrata in possesso del 9.1% di Bayern Muenchen ag, società che controlla la società campione d’Europa nel 2013. Audi poi è uno dei maggiori sponsor dei bavaresi: un intreccio unico e, probabilmente, impossibile nel resto del panorama calcistico internazionale.
Volkswagen, anche l’Inglostad
Se il campionato finisse oggi, per Volkswagen ci sarebbe tanto da poter gioire: Bayern campione di Germania, Wolfsburg vice-campione alle spalle dei più blasonati avversari. Ma non è tutto: perché, oltre al Wolfsburg e al Bayern infatti, la nota casa automobilistica vanta una significativa partecipazione nell’Inglostad, squadra prima in classifica nella B tedesca, e, manco a dirlo, sede dell’Audi. La percentuale detenuta dalla multinazionale tedesca nel club, come scrive il quotidiano sportivo, al momento è al 20%, ma si alza considerando sponsorizzazione e proprietà del nuovo impianto. I tentacoli di Volkswagen sono infatti un po’ dappertutto: perché il calcio, quello che si gioca in Bundesliga, è un ottima vetrina per veicolare il brand sul mercato di casa.
Wolfsburg, un progetto alimentato dai soldi di Volkswagen
Come detto poc’anzi, Wolfsburg deve molto a Volkswagen, un progetto, quello della squadra della città a Nord del territorio teutonico, che stava miseramente fallendo con la retrocessione sfiorata solo 4 anni fa. Da lì, con un massiccio intervento economico pianificato dal management del gruppo auto, è stata costruita di recente la Volkswagen Arena e il mercato ha portato in dono, nel giro di un paio di stagioni, giocatori di prima grandezza e che, al momento, stanno facendo le fortune del tecnico Heycknes: Luiz Gustavo per 16 milioni, Kevin De Bruyne per 22 milioni, Andrè Schurlle per 32 milioni. 70 milioni in totale, ma il denaro investito è molto di più: e se dietro hai un colosso che, nel 2014, ha fatturato 202 miliardi di euro, dichiarando utili per 13, sognare poi, non costa nulla.