Sky ha deciso di aumentare i prezzi per i suoi pacchetti sport e family entertainment in Gran Bretagna, appena sei settimane dopo aver accettato di pagare una tassa di registrazione sui diritti di trasmissione relativa alle partite di Premier League.

Sky, che di norma aumenta i prezzi nel mese di settembre, ha detto che il prezzo di un pacchetto sport salirà di una sterlina, toccando così le 47 sterline al mese, mentre quello relativo al family entertainment aumenterà di 3 sterline, fino a raggiungere le 36 sterline mensili. E il tutto accadrà già nel prossimo mese di giugno. L’aumento dei prezzi riflette l’equilibrio che Sky sta cercando di ritrovare dopo aver accettato di pagare 4,2 miliardi di sterline (quasi 6 miliardi di euro) per trasmettere in diretta le 126 gare di Premier League dalla stagione 2016 alla stagione 2019, ma soprattutto per respingere gli assalti del suo piu feroce rivale, BT. Sky, entrata in più di 10 milioni di case inglesi, ha sottolineato che l’aumento serve proprio a finanziare il nuovo ed oneroso contratto sui diritti tv relativo al massimo campionato britannico.

Guerra Diritti Tv, a rischio anche il mercato italiano

Oltremanica Sky non vuole ripetere l’esperienza di Canal +. Il canale francese ha perso, infatti, i propri diritti di trasmissione, che è vero non hanno ridotto il volume dei suoi abbonati, ma hanno messo in serio pericolo il suo pricing power, costringendola a rivedere il prezzo dei suoi pacchetti di abbonamento per far fronte alla mancanza di ricavi provenienti dai diritti tv del calcio. In Italia, invece, Sky ha archiviato il 2014 con una forte performance sul fronte abbonati in aumento di 30 mila clienti nell’ultimo trimestre che rappresenta il più consistente incremento degli ultimi 12 trimestri. Al 31 dicembre sono 4,734 milioni gli abbonati in Italia, in calo di 26 mila rispetto a fine 2013. Qui il rischio più grosso è proprio la guerra tra editori, che rispecchia in gran parte ciò che è accaduto in Gran Bretagna, per ottenere i diritti televisivi del calcio. Secondo una ricerca dell’istituto di ricerca inglese Enders, gli editori potrebbero arrivare a non godere più dei profitti dell’acquisto dei diritti, a causa della crescita esponenziale dei prezzi: sia in Italia che in UK sono cresciuti fino all’83% in più, una conseguenza che andrebbe solo a discapito degli utenti, come accaduto proprio in UK.

Mediaset e Sky pochi giorni fa sembravano aver trovato un accordo per realizzare un “canale unico” sul quale trasmettere entrambe la prossima Uefa Champions League, visibile sia sul digitale sia su Sky. Infatti, i diritti tv del prossimo triennio di Champions League se li è aggiudicati Mediaset Premium, ma i costi sarebbero maggiori rispetto ai ricavi (690 contro 600 milioni). La piattaforma di trasmissione “unica” consentirebbe al “Biscione” di non rimetterci dalla trasmissione della massima competizione continentale per club e a Sky Italia di non perdere completamente i diritti di emissione dell’evento, forse, il più importante evento per la pay-tv, sia in termini di introiti (abbonamenti, etc.) sia di palinsesto. La battaglia di Sky Italia contro la “pubblicità ingannevole” messa in onda di Mediaset Premium, vinta dalla prima, potrebbe però aver di nuovo incrinato i rapporti tra le due. Non una buona notizia per chi sta pensando di abbonarsi o rinnovare il proprio abbonamento alla pay tv.

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Alberto Lattuada è nato a Milano e da sempre è appassionato di calcio e finanza. Ha scritto per diversi siti specializzati nel mondo del calcio e del forex. Dal novembre 2013 dedica anima e corpo allo sviluppo e alla crescita del portale CalcioeFinanza.it