Bilancio Uefa – “Spero di prendere le decisioni giuste al momento giusto durante il mio terzo mandato, sia per voi che per il calcio. E spero di farlo mentre cercherò di continuare a divertirmi come ho fatto negli ultimi otto anni. Perché guidare questa fantastica istituzione non è solo un onore, è anche un piacere genuino”. Nel giorno della rielezione di Michel Platini a presidente, il governo del calcio europeo chiude il bilancio della scorsa stagione. E lo fa con un segno meno davanti: il risultato operativo netto del 2013/14 è di -42,4 milioni di euro. Una chiusura non certo da “rosso” eccessivo, ma quasi raddoppiato rispetto al -21,3 del 2012/13.
Aumentano di pochissimo i ricavi: meno soldi da ticketing e hospitality
Un risultato causato soprattutto dalle uscite relative ai contributi di solidarietà, in aumento rispetto alla stagione precedente, così come anche le uscite relative soprattutto ai salari, alle spese per gli eventi e ai contributi alle associazioni.
Nel dettaglio, rispetto alla stagione 2012/13, la Uefa ha incamerato di più alla voce diritti: 1,347 miliardi di euro da quelli tv (contro 1.325 della stagione precedente) e 328 milioni da quelli commerciali (contro 313 milioni): in tutto, Nyon ha incamerato 1,67 miliardi di euro contro 1,63 miliardi. Dalle competizioni Uefa (Champions e Europa League, la Uefa ha incamerato di più dalla “Coppa dalle grandi orecchie”: 1,44 miliardi di euro (ovvero l’82% dei ricavi da tornei), ai quali vanno aggiunti 247,5 milioni di euro dalla Europa League (14% dei ricavi). In entrambi i casi, si tratta di un aumento, ma minimo: nel 2012/13 la Uefa ha incassato 1,42 miliardi dalla Champions e 242 milioni di euro dalla Europa League.
Se si guardano i ricavi totali, l’aumento è minimo: in tutto, parliamo 1,73 miliardi di euro racimolati nel 2013/14, rispetto a 1,68 milardi nel 2012/13. A incidere sul rialzo non particolarmente alto hanno contribuito i minori ricavi, nell’ultima stagione, da biglietti (17,7 milioni di euro contro 19,4milioni di euro) e hospitality (15,7milioni contro 15,9).
Crescono le spese (ma si cerca di contenerle)
In tutto, la Uefa ha visto le proprie uscite aumentare: 1,61 miliardi di euro. In aumento i contributi alle associazioni, cioè alle federazioni nazionali: 49 milioni di euro contro 36 milioni. Così come incidono sul bilancio le voci relative a spese per eventi (120milioni/117 milioni), arbitri ed assistenti (33 milioni/29 milioni). Calano invece le spese di governing: 71 milioni di euro. In questo senso, la Uefa ha deciso di darsi una regolata, seguendo il trend avviato due stagioni fa: nel 2012, a Nyon la spesa era di 81,5 milioni di euro, nel 2013 di 78 milioni.
L’utilizzo dei ricavi
Di certo, saranno contenti i club, che questi soldi li ricevono: la Uefa ha aumentato i contributi alle squadre che hanno partecipato alle coppe europee. Parliamo di 1,23 miliardi di euro distribuiti nel 2013/14, contro gli 1,20 della stagione precedente. E che fanno parte degli 1,751 miliardi di euro che Nyon ha reimpiegato nel calcio continentale. Di questi, altri 212 milioni sono stati spesi per organizzare i tornei principali: esattamente 5 milioni in meno rispetto ai 219 milioni spesi nel 2013.
La Uefa ha spiegato che tale risparmio è stato dovuto anche alla minore capienza dello stadio Da Luz di Lisbona rispetto a Wembley, ovvero le sedi rispettivamente delle ultime due finali di Champions. Le altre competizioni hanno inciso, a livello di organizzazione, per 49 milioni di euro contro i 39 dell’anno precedente. L’aumento di spesa (comprensivi di stage) sono da addebitarsi – come specifica la Uefa nel proprio bilancio – all’avvio della Uefa Youth League: una nuova competizione comporta nuovi costi.
La ridistribuzione ai club: 60,4 milioni al Real, 45,3 alla Juventus
Con la vittoria in Champions, il Real si è portato a casa 60,4 milioni. Sì, perchè la Uefa ha reso note anche le cifre elargite ai club impegnati in Europa. I Blancos si sono portati a casa, nel dettaglio: 8,6 milioni fissi, più 5,5 di performance bonus e 23 di market pool, 3,5 milioni dagli ottavi, 3,9 dai quarti, 4,9 dalla semifinale e 10,5 dalla finale. L’altra finalista, l’Atletico Madrid, ha incamerato 52,6 milioni di euro (6,5 dalla finale persa e 19,7 dal market pool). Il Bayern Monaco ha ricevuto dalla Uefa 46,9 milioni di euro (21 da market pool), il Chelsea 45,6 (20,7 da MP). Per quanto riguarda le italiane, la Juventus è riuscita a mettersi in tasca 45,3 milioni (34,2 da MP), il Napoli 40,6 milioni (28 da MP), il Milan 39,5 (23,9 da MP).
In Europa League, il Siviglia campione ha incamerato 15,4 milioni di euro (5,8 da market pool, 5 per la finale e il restante tra performance bonus e premi). L’altra finalista, il Benfica, 5,3 milioni di euro (854mila euro da MP). Anche qui, la Juve ha fatto cassa: 7.5 milioni di euro per la semifinalista (5,5 da MP). Il Napoli, anch’egli “retrocesso”, ha portato a casa 1,7 milioni di euro (1,1 milioni da MP). Migliore il bottino della Lazio: 10,5 milioni (7,9 da MP). La Fiorentina 9,1 milioni (6,1 da MP).
Le previsioni sul 2015: più ricavi da Champions e EL, ma più spese
Per il 2015, la Uefa ha presentato un piano riguardante la previsione di bilancio. Nel dettaglio, Nyon prevede di aumentare i ricavi da competizioni, arrivando a 2 miliardi di euro. Aumenteranno però le spese. Togliendo la solidarietà, che da 185 a 167 milioni di euro di spesa, il costo per organizzare le competizioni principali aumenterà a 241 milioni di euro, così come per altri tornei ci vorrà di più del 2014: 50,6 milioni. Saranno maggiori le spese per eventi e conferenze (6 milioni), ma anche l’impegno in programmi educativi (da 30 a 33 milioni) e verranno limitate le spese di governing a 70,1 milioni.