Le accuse per Luciano Moggi e Antonio Giraudo sono prescritte. La Cassazione si è pronunciata su Calciopoli e secondo l’imputato centrale del processo “credo rimanga in piedi ben poco, un’associazione con un arbitro solo è veramente una cosa strana…”. Intervenuto a Mattino 5 all’indomani della sentenza, l’ex boss della triade juventina ha raccontato la sua versione dei fatti: “In nove anni hanno trovato il tempo per stabilire che il campionato era regolare, il sorteggio era regolare e le comunicazioni esclusive non c’erano: questo è quello che hanno trovato. Se è giusto così torturare delle persone e distruggere delle famiglie va bene, ma siamo in Italia e continuiamo”.

“Ma come si faceva a condizionarlo” il calcio italiano? “Dovrebbero spiegarlo, ci sono dei momenti in cui in questo processo non sono state date spiegazioni. Ad esempio – ha continuato “Lucianone” – siamo partiti con un processo sui favori alla Juventus, sono stati indagati e poi rinviati a processo una venticinquina tra arbitri e assistenti e ne è rimasto uno, De Santis, che aveva rifiutato la prescrizione e mi dispiace per lui perché non è colpevole di niente. In nove anni hanno trovato tutto regolare. Allora, visto che non andava più bene il progetto iniziale di favorimento della Juventus, sono passati agli interessi personali. Ma se in dodici anni non abbiamo avuto una lira dall’azionista di riferimento, ci siamo mantenuti da soli, abbiamo dato tutti quei risultati alla Juventus, quali interessi personali ci sono stati? E si sono agganciati allora alla Gea, che è stata assolta. Noi non facevamo né organizzazioni di arbitri né pagavamo, perché non avevamo una lira”.

L’accusa ipotizzata “è una pistola senza le munizioni, hanno messo in piedi qualcosa che non ha funzionato: pensavano che ci arrendessimo all’evidenza di un qualcosa che non esisteva, ma con me non ha funzionato. Ma come faceva a esistere” il sistema Moggi? “Con chi – ha proseguito l’ex dg della Juve – se gli arbitri sono stati tutti prosciolti? In quel tempo la Fiat non stava molto bene e noi ci barcamenavamo vendendo un giocatore e comprandone un altro, come la cessione di Zidane per 150 miliardi perché dovevamo reperire del denaro e poi abbiamo la fortuna di trovare Nedved. Dovevamo fare per forza una cessione a prezzi alti per poi comprare un giocatore a prezzi inferiori”.

“Ora non so cosa succederà, le motivazioni non le ho lette ma sicuramente qualcosa succederà. Dopo il 2006 sono venute fuori le scommesse, di tutto. Aveva ragione Giraudo quando disse che noi ce ne andiamo, ma attenzione a quello che succederà: e quello che è successo dal 2006 a oggi è sotto gli occhi di tutti. I dirigenti veri sono stati fatti fuori. Ritornare? Leggo le motivazioni e poi mi regolo di conseguenza”, ha concluso l’ex dg della Juve.

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25 anni, milanese, giornalista professionista freelance. Liceo classico, studi umanistici e poi il master in giornalismo alla Walter Tobagi. Ho lavorato per Sportmediaset, Telelombardia, Goal.com, Datasport e Milanotoday.

2 COMMENTI

  1. Má il tedesco di quèl articolo Moggi puó essere meglio…

    si capisce solo un po…
    ma tranquillo l’italiano mio anchè con tanti errori.

    Ciao

    Giovanni

  2. So, Will Inter return the two titles they have stolen with their slander? They really are the real actors..

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